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ConosciAmo la Costituzione Percorso attraverso i principi fondamentali della Costituzione italiana ( Parte Prima-Articoli 1-3)

Era il 1 Gennaio 1948 quando entrò in vigore la Costituzione Italiana. Fu il risultato di un grande impegno da parte dell'Assemblea Costituente che per due anni lavorò incessantemente per costruire le fondamenta del nuovo Stato italiano.

I membri appartenevano a partiti molto diversi ed anche le idee a volte erano contrastanti, ma seppero unire le loro forze per il bene del Paese, che aveva finalmente voltato pagina, una delle pagine più difficili della storia.

Memori dell'esperienza appena trascorsa, i padri costituenti decisero che la Costituzione dovesse avere le seguenti caratteristiche: dovesse essere scritta, lunga, rigida e votata.

Nulla doveva essere lasciato al caso: i venti anni precedenti avevano dimostrato che basta poco per perdere libertà e diritti, che è necessaria una corretta distribuzione dei poteri dello Stato ed un controllo per evitare che qualcuno possa prendere il sopravvento. Per questo si scelse la forma scritta e lunga, molto più lunga di molte Costituzioni di altri stati ( come ad esempio quello inglese).

Anche la sua rigidità si spiega considerando che apportare una modifica, anche se possibile, deve avvenire non in modo arbitrario, ma attraverso un lungo ed articolato processo di verifica e di revisione.

Infine, la Costituzione fu votata, cioè non benignamente concessa dal sovrano, come accadde per quelle precedenti, ed in particolare per lo Statuto Albertino che l'ha preceduta per cento anni, ma voluta dai rappresentanti del popolo.

La firma della Costituzione

Leggiamo insieme e riflettiamo sulle parole utilizzate nell'Articolo 1 della nostra Costituzione, l'articolo iniziale con cui si aprono i Principi Fondamentali, ovvero i valori fondanti del nostro Stato. Immaginiamo l'assemblea dei padri costituenti ed il fervore col quale discutevano per scegliere le parole giuste con cui far iniziare la Carta Costituzionale. Una decisione impegnativa, perché in questo incipit sono racchiusi i cardini dell'Italia repubblicana.

ART. 1 : "L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Evidenziamo insieme alcune parole-chiave:

-Repubblica

-Democratica

-Lavoro

-Sovranità

-Popolo

La prima parola è : REPUBBLICA.

Perché i padri costituenti hanno voluto evidenziarla in questo modo? Perché è la forma di governo scelta dai cittadini italiani che a suffragio universale erano andati a votare il 2 Giugno del 1946. Erano chiamati a scegliere tra la monarchia e la repubblica e dal Referendum fu scelta la repubblica. Questo termine deriva dal latino "res publica", che letteralmente significa "cosa di tutti", affare comune, perché come affermavano i filosofi antichi, "l'uomo è un animale sociale", ha bisogno di vivere in una società di cui è parte integrante, a cui partecipa attivamente per il progresso di tutti. Una società con delle leggi, di cui la Costituzione è la madre. L'Italia era appena uscita da venti anni di dittatura, da una guerra catastrofica e dall'occupazione nazifascista. Aveva dovuto combattere per la propria libertà ed autodeterminazione. Alla lotta di Liberazione avevano contribuito tutti: uomini, donne, giovani e meno giovani, di tutte le classi sociali, spinti dal desiderio di fare la propria parte per contribuire alla storia del proprio paese.

La scelta degli italiani di creare un nuovo stato repubblicano era importante: non più una monarchia con a capo un sovrano giunto al potere per discendenza o per conquista, ma una scelta fatta dal basso, una scelta democratica.

La seconda parola, infatti, è: "DEMOCRATICA".

DEMOS in greco significa popolo e Democrazia significa "Potere del popolo".

La terza parola è "Lavoro".

Si racconta che si sia molti dibattuto sull'inserimento di questa parola. Inizialmente nell'assemblea costituente c'era chi avrebbe preferito utilizzare la parola lavoratori, ma poi prevalse "Lavoro". Perché secondo voi?

Perché la prima rimanda ad entità fisiche, persone, mentre la seconda indica un'idea, un concetto essenziale per l'essere umano.

Si chiama "PRINCIPIO LAVORISTA" ed indica il primo valore fondante della Costituzione: il lavoro che concede dignità all'uomo, che consente di essere libero e autonomo, di sostenersi e dare sostentamento alla propria famiglia, di crescere, di migliorare e di contribuire a costruire la società.

Le due parole successive le leggiamo insieme:

" SOVRANITA'" e "POPOLO".

Il principio di sovranità popolare ci riporta agli ideali di Giuseppe Mazzini, ai padri del nostro Risorgimento e alla storia antica, in particolare a quella romana, dove i rappresentanti dei cittadini, i senatori ed i tribuni della plebe, eletti dal popolo, esercitavano il potere politico.

Non più un diritto riservato solo a pochi privilegiati per nascita o per censo, ma di tutti i cittadini.

Il popolo italiano esercita la sua sovranità attraverso una forma di "Democrazia indiretta", cioè eleggendo i propri rappresentanti, che poi saranno chiamati a rappresentarci nelle assemblee istituzionali. ( Principio democratico)

Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento, diviso nelle due Camere : Senato e Camera dei Deputati.

I membri del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati sono eletti dai cittadini secondo quanto stabilito nella seconda parte della Costituzione, riguardante l'Ordinamento dello Stato.

I potere esecutivo è esercitato dal Governo; il potere giudiziario dalla Magistratura.

Articolo 2:

Diritti dell'uomo e doveri inderogabili di solidarietà

L'articolo 2 della Costituzione mette in evidenza i concetti di dignità della persona, riconoscendo i diritti inviolabili di ogni essere umano, al di là della nazionalità e della cittadinanza. Sono i diritti sanciti nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo e nelle Carte internazionali.

E' importante evidenziare che in questo articolo, a differenza del successivo art.3, non si fa riferimento alla condizione di cittadinanza; tali diritti non derivano dall'essere o meno cittadini italiani, ma vengono riconosciuti a tutti gli esseri umani. Nello stesso tempo l'articolo esalta l'importanza dell'educazione come mezzo per la costruzione della personalità, fondamentale per dare un contributo alla società.

Nella seconda parte dell'articolo l'attenzione si focalizza sulla corrispondenza tra diritti e doveri. E' necessario ricordare che ad ogni diritto corrisponde un dovere civico, un dovere "inderogabile", cioè a cui non si può venir meno, che ciascuno di noi ha il dovere di rispettare: il dovere della solidarietà nei confronti di chi si trova in una condizione di svantaggio di qualunque genere, politico, economico, sociale, in modo da garantire a tutti le stesse opportunità.

Articolo 3

L'articolo 3 della Costituzione sancisce il Principio dell'Uguaglianza, stabilendo che tutti i cittadini hanno la stessa dignità e sono uguali davanti alla legge ed elenca i principali motivi di discriminazione in modo da contrastarli. Stabilisce l'uguaglianza di genere ponendo i sessi sullo stesso piano e l'abolizione di privilegi dovuti ai più diversi fattori.

Molto si è dibattuto anche recentemente sulla presenza in questo articolo del termine "Razza". Ormai è universalmente riconosciuto, e la scienza lo ha dimostrato, che le razze non esistono e che l'unica razza è quella umana, ma la scelta del termine si comprende se consideriamo il contesto storico di riferimento, un periodo in cui gli italiani non avevano di certo dimenticato l'emanazione delle Leggi razziali nel 1938 e le discriminazioni subite dagli ebrei, fino alla deportazione nei campi di concentramento. A questi stessi avvenimenti storici fa riferimento alla libertà di religione perchè professare una fede o un'altra, come nel caso della religione ebraica, non può determinare alcuna discriminazione.

Sulla base di quanto successo si decise di ribadire il concetto con forza per combattere l'ignoranza e l'indifferenza che aveva partorito simili mostri.

L'articolo poi stabilisce l'uguaglianza dei cittadini al di là della lingua e della cultura, delle condizioni personali e sociali.

Come nell'articolo 2, anche nel 3 nella seconda parte si fa riferimento ai doveri, questa volta dello Stato, che ha il compito di rendere effettiva questa parità rimuovendo tutti gli ostacoli che potrebbero ostacolare la realizzazione della vera uguaglianza o limitano la libertà dei cittadini.

Created By
Savina Gravante
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