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Palazzo Marina ingresso E atrio

Le due grandi ancore, che oggi identificano con maggior immediatezza il palazzo e la sua funzione, non fanno parte del progetto originario e vengono poste in loco nel giugno del 1929, quali segni tangibili della vittoria italiana sul mare nella Grande Guerra. Provenienti dalle corazzate austro-ungariche Viribus Unitis e Teghettoff, vengono esposte allora sulla facciata del Ministero della Marina quali veri e propri trofei di guerra del primo conflitto mondiale. La Viribus Unitis è la nave affondata dagli ufficiali di Marina Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci la notte del 1° novembre 1918 con il primo mezzo d’assalto subacqueo della storia, la torpedine semovente o mignatta, inventata da Rossetti, Maggiore del Genio Navale. Quest’azione, con cui la Marina viola Pola, rappresenta l’ultimo atto della guerra italiana sul mare in quel conflitto. Tegetthoff è invece il nome dell’ammiraglio che ha condotto alla vittoria la flotta austriaca contro quella italiana nella Battaglia di Lissa del 1866. L’ancora è esibita quale simbolo della rivincita italiana su quella sconfitta, ottenuta con l’esito favorevole all’Italia della Grande Guerra. I due trofei, così, trasformano la facciata del palazzo del Ministero Marina nel manifesto della vittoria italiana sul mare nel primo conflitto mondiale.

Il Ministero della Marina è inaugurato il 28 ottobre 1928, in occasione del sesto anniversario della marcia su Roma, ricorrenza in cui vengono inaugurate in tutta Italia 2802 opere pubbliche, di cui 22 solo nella Capitale. A presenziare alla cerimonia è Benito Mussolini, che ha fortemente voluto la conclusione dei cantieri statali, compresi quelli di epoca precedente, col proposito di propagandare l’efficienza del suo governo. L’autore della progettazione artistica è l’architetto Giulio Magni (pronipote di Giuseppe Valadier e collaboratore di Giuseppe Sacconi al Vittoriano), che elabora un edificio rispettoso della tradizione costruttiva romana antica, fatta di mattoni e travertino.

Il Ministero, che alla data della sua “entrata in servizio” appare dalla forme antiquate, non rispecchia che in parte le intenzioni del suo architetto, il cui nome è apposto su uno dei conci dell’avancorpo centrale del fronte sul Tevere. Le modifiche apportate all’iniziale progetto sono imposte a Magni da ragioni economiche e dal mutare del clima culturale connessi alla lunga gestazione della fabbrica. La facciata sul Lungotevere, secondo i disegni di Magni, avrebbe dovuto presentare un ricco apparato scultoreo raffigurante i Mari d’Italia (sopra le tre grandi finestre dell’avancorpo centrale) e le Città marinare d’Italia (tra le finestre dell’ultimo piano); per quanto riguarda queste ultime, la prima idea di Magni viene mantenuta nei contenuti, sostituendo le previste scultoree figure allegoriche con labari recanti i nomi delle Città marinare, rispettivamente divise tra quelle del Tirreno (ala di sinistra) e dell’Adriatico (a destra); tra queste ultime, sono anche annoverate Pola e Fiume.

ATRIO

Eseguite in bronzo a patina oro dalla ditta David della Torre su disegno di Giulio Magni, le tre sculture gemelle di Vittorie alate su prore di navi romane si rifanno iconograficamente ai monumenti navali di epoca ellenistica eretti a seguito della vittoria di combattimenti sul mare. L’esempio più noto di questa tipologia di gruppi scultorei è la Nike di Samotracia, conservata al Louvre e rinvenuta nel XIX secolo.

La sua iconografia è conosciuta, ancora prima della sua scoperta, attraverso le monete antiche. Le Vittorie disegnate da Magni per l’atrio del Ministero della Marina, però, hanno come modello di riferimento il bronzetto proveniente dagli scavi di Pompei e conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in cui la divinità poggia il piede su un piccolo globo.

Grazie alla riproduzione in serie dell’opera da parte della Fonderia Chiurazzi di Napoli a partire dal 1870, questo tipo di Vittoria diventa la più conosciuta, tanto da essere citata nei monumenti postunitari e in quelli ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.

Credits:

Marina Militare

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