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con gli occhi del gregge Domenica 08 maggio - IV di Pasqua

“le mie pecore ascoltano la mia voce”

Ogni pecora del gregge sa di essere guardata dal pastore, sa di essere destinataria di uno sguardo d’amore e di cura. Questo sguardo dona fiducia, perché raggiunge tutti: chi dorme, chi è attento, chi cammina in una direzione diversa…

Il Vangelo di oggi ci ricorda che non siamo noi a guardare Dio, ad occuparci di lui, ma è lui che guarda e si occupa di noi. Possiamo riposarci, possiamo chiudere gli occhi: Qualcuno veglia su di noi.

DAL VANGELO SECONDO Giovanni (10, 27-30)

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Il Vangelo di oggi ci mette di fronte lo sguardo complesso, diversificato, composito del gregge. Qualcuno è concentrato, qualcuno dorme, qualcuno si muove nella direzione contraria... eppure ci invita ad una grande fiducia.

In primo luogo, perché sposta l’attenzione dallo sguardo all’udito. Anche se non guardi o se non vedi, non preoccuparti, puoi sempre ascoltare, e questo è già tutto. Con la tranquillità che gli occhi si possono chiudere, ma le orecchie no, e quella voce troverà il modo per raggiungere i timpani anche di coloro che dovessero essersi appisolati.

Ma soprattutto questo Vangelo ci libera dalla preoccupazione di quello che possiamo e dobbiamo fare noi. Se anche siamo distratti, lui non lo è. Chi cerca di vedere Dio, deve ricordarsi prima di tutto di ascoltarlo, ma poi soprattutto deve ricordare che è guardato da lui. Non siamo noi a guardare Dio, ad occuparci di lui, ma è lui che guarda e si occupa di noi. La sua attenzione non è solo questione di occhi o di orecchie, ma di mani. Tutti i ciechi e i distratti, i sordi e i sonnolenti, sono comunque al sicuro nelle sue mani. E da queste mani, che sono le mani grandi del Padre e allo stesso tempo le mani fragili e carnose di Gesù, nessuno può strapparli.

La giornata di oggi permette a tutti di riposare lo sguardo e l’attenzione per affidarsi allo sguardo e alle mani di Dio: “e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro” (Ap 7,15). Chi può temere quando si appoggia nel palmo della sua mano e ha come cielo la tenda che lui stesso ha disteso?

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