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STRUMENTO DI ASCOLTO GIOVANI RITI

Giovani&Vescovi - Tavolo RITI

I giovani sono invitati a confrontarsi sul tema dei riti che sono più diffusi di quanto si avverta: riti di passaggio, riti di gruppo, riti liturgici... L’essere umano in ogni epoca e in ogni cultura ha generato simboli con cui esprimere sè stesso, la propria visione del mondo, il rapporto con la vita, la morte, le stagioni dell’esistenza, le domande, le paure e le speranze... La fede cristiana è nel suo nucleo celebrazione di un evento di libertà e riconciliazione: la vita e la Pasqua di Gesù che per i credenti non è solo un episodio di una storia lontana, ma si fa presente in gesti e parole che toccano l’“oggi” della vita. I due tavoli si confronteranno sul valore dei riti per i giovani: se e come il mondo giovanile ne sente il fascino, li vive dentro e fuori i contesti della liturgia cristiana... che rapporto i giovani hanno con il tempo della festa, ormai non più definito negli spazi “sacri” della domenica/giorno di riposo...

“L'abitudine è un rito, si crede di fare qualcosa come se fosse un piacere e in realtà si sta ubbidendo a un dovere che ci si è imposti.”

GIOVANI, FEDE E VOCAZIONI

I giovani hanno mostrato di saper apprezzare e vivere con intensità celebrazioni autentiche in cui la bellezza dei segni, la cura della predicazione e il coinvolgimento comunitario parlano realmente di Dio. Bisogna dunque favorire la loro partecipazione attiva, ma tenendo vivo lo stupore per il Mistero; venire incontro alla loro sensibilità musicale e artistica, ma aiutarli a comprendere che la liturgia non è puramente espressione di sé, ma azione di Cristo e della Chiesa. Ugualmente importante è accompagnare i giovani a scoprire il valore dell’adorazione eucaristica come prolungamento della celebrazione, in cui vivere la contemplazione e la preghiera silenziosa.

Grande importanza nei percorsi di fede ha anche la pratica del sacramento della Riconciliazione. I giovani hanno bisogno di sentirsi amati, perdonati, riconciliati e hanno una segreta nostalgia dell’abbraccio misericordioso del Padre. Per questo è fondamentale che i presbiteri offrano una generosa disponibilità per la celebrazione di questo sacramento. Le celebrazioni penitenziali comunitarie aiutano i giovani ad accostarsi alla confessione individuale e rendono più esplicita la dimensione ecclesiale del sacramento.

In molti contesti la “pietà popolare” svolge un ruolo importante di accesso dei giovani alla vita di fede in modo pratico, sensibile e immediato. Valorizzando il linguaggio del corpo e la partecipazione affettiva, la pietà popolare porta con sé il desiderio di entrare in contatto con il Dio che salva, spesso attraverso la mediazione della Madre di Dio e dei santi. Il pellegrinaggio è per i giovani un’esperienza di cammino che diviene metafora della vita e della Chiesa: contemplando la bellezza del creato e dell’arte, vivendo la fraternità e unendosi al Signore nella preghiera si ripropongono così le migliori condizioni del discernimento.

"LA SCOMPARSA DEI RITI"

UNA TOPOLOGIA DEL PRESENTE, MILANO 2021, PP. 22-24; 87 PASSIM

I riti sono processi di incarnazione, allestimenti corporei. I valori di una comunità vengono inscritti nel corpo, incorporati: interiorizzati mediante il corpo. I riti sono processi narrativi che non consentono accelerazione: i simboli stanno fermi. Le informazioni no: esse esistono se circolano, corrono. Il silenzio non produce nulla. La festa è una forma di gioco, una rappresentazione della vita: ha un carattere esuberante. È espressione di una vita traboccante che non ha obiettivi. In questo consiste la sua intensità. È la forma intensa della vita: nella festa la vita fa riferimento a sè stessa e non si subordina ad alcuno scopo. Di conseguenza il tempo che oggi è del tutto dominato dalla coazione a produrre, è vissuto come un tempo senza festa. La vita si impoverisce, diventa rigida e diventa sopravvivenza. I pellegrini e i turisti appartengono a due ordini molto diversi; i turisti viaggiano per non-luoghi svuotati di senso, mentre i pellegrini sono legati a dei luoghi che consentono il raduno, il legame tra esseri umani. Il raduno è il tratto essenziale di ciò che chiamiamo “luogo”. Anche la chiesa è un luogo di raduno. La parola sinagoga viene dal greco synagain che significa mettere insieme, proprio come synballein. È un luogo in cui si celebrano insieme riti religiosi, cioè si presta attenzione al sacro insieme agli altri: la religione è qui intesa come religàre (congiungere, connettere) e al contempo relègere, fare attenzione. Il tempio si differenzia dal museo: né i visitatori del museo né i turisti formano infatti una comunità, ma sono masse, moltitudini. Anche i luoghi vengono profanati riconducendosi ad attrazioni turistiche: aver visto è la formula consumistica oggi più usata, manca la profondità dell’attenzione; le cosiddette attrazioni si distinguono nettamente dai luoghi che al loro contrario sono capaci di gettare luce sul raduno sacrale, sprigionandone l’essenza. Le attrazioni non irradiano quell’effetto di profondità simbolica che crea una comunità. Si passa davanti alle attrazioni. Esse non consentono alcun indugio, alcun soggiorno. Alla luce della crescente coazione a produrre e ad essere performanti, fare un uso diverso, giocoso, della vita diventa una sfida: la vita riguadagna il proprio lato ludico quando invece di riferirsi a uno scopo esterno se riferisce solamente a sè stessa.

"la scelta di ogni giorno"

TOCCA A TE

A tuo avviso, che posto occupa nella vita dei giovani il tempo della festa? Si accorgono di averne bisogno in un mondo sempre più “produttivo”, misurato sul “fare”?

Spesso si accusa la Chiesa di essere depositaria di riti stanchi, vecchi, privi di energia: condividiamo questa lettura? Quali altri riti i giovani ritengono attuali e significativi per la propria vita?

Quali attenzioni concrete le nostre comunità e le Chiese di Lombardia potrebbero avere rispetto a questa dimensione della vita umana?

Hai un contributo costruttivo da portare, una sottolineatura da fare?

Credits:

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