Domenica delle palme 24 marzo 2024

Hosanna

Osanna, Osanna, nell'alto dei cieli, Osanna, Osanna al re che viene. sia lode onore e gloria a Cristo Salvator.

Rallegrati esulta figlia di Sion, ecco a te viene il tuo Re.

Osanna, Osanna, nell'alto dei cieli, Osanna, Osanna al re che viene. sia lode onore e gloria a Cristo Salvator.

Ti lodano gli angeli nell’alto dei cieli la terra tutta canta a Te.

Osanna, Osanna, nell'alto dei cieli, Osanna, Osanna al re che viene. sia lode onore e gloria a Cristo Salvator.

Tu avanzi glorioso incontro alla morte, o Salvatore, sia gloria a Te.

Osanna, Osanna, nell'alto dei cieli, Osanna, Osanna al re che viene. sia lode onore e gloria a Cristo Salvator.

Prima lettura

Dal libro del profeta Isaia

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R.

Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie ossa. R.

Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano,mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele. R.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

Canto al Vangelo (Fil 2,8-9)

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:

“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.

Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.

A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

Parola del Signore

Come incenso

Sull'altare della croce, agnello immolato, dal fuoco dell'amore, il tuo corpo bruciato, al Padre hai offerto, come incenso gradito, ai fratelli hai donato, come pane di vita.

Dall'amore macinati, come chicchi di grano, il tuo Spirito ci renda, o Padre, pane di fraternità.

Sull'altare della croce, agnello immolato, dal fuoco dell'amore, il tuo corpo bruciato, al Padre hai offerto, come incenso gradito, ai fratelli hai donato, come pane di vita.

Dal Vangelo trasformati, come uva nel tino, il tuo Spirito ci renda, o Padre, dono per l'umanità.

Sull'altare della croce, agnello immolato, dal fuoco dell'amore, il tuo corpo bruciato, al Padre hai offerto, come incenso gradito, ai fratelli hai donato, come pane di vita.

Dalla grazia rinnovati, come incenso nel fuoco, il tuo Spirito ci renda, o Padre, segno della santità.

Santo

Santo Santo Santo, Santo Santo Santo

Il Signore Dio dell'universo, il Signore Dio dell'universo

I cieli e la terra cono pieni della tua gloria

Osanna Osanna nell'alto dei cieli, Osanna Osanna nell'alto dei cieli

Santo Santo Santo, Santo Santo Santo

Benedetto colui che viene nel nome del Signore, benedetto colui che viene nel nome del Signore

Osanna Osanna nell'alto dei cieli, Osanna Osanna nell'alto dei cieli

Santo Santo Santo, Santo Santo Santo

Io ti amo Signore mia forza

Io ti amo Signore, mia forza Tu sei, Mia rupe in cui mi rifugio.

Mia potente salvezza, mio scudo Tu sei Io Ti invoco, Tu sei il Dio potente.

La tua mano Tu stendi, dalle acque mi salvi Signore, in te io confido

Tu mi cingi di forza, mi spiani la via, in eterno io Ti loderò. Se tu sei con me, io non temerò.

Benedetto sei, noi cantiamo a Te, Acclamiamo al tuo santo nom. Benedetto sei Signor, sei il glorioso Redentor ed eterno è il tuo amore per noi.

Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam, Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam

Io ti amo Signore, mia roccia tu sei, Mia fortezza, mio liberatore.

Nell’angoscia ti prego, il mio grido tu ascolti il riparo mi doni Signore

La tua mano tu stendi, dalle acque mi salvi Signore, in te io confido.

Tu mi cingi di forza, mi spiani la via, In eterno io ti loderò. Se tu sei con me, io non temerò.

Benedetto sei, noi cantiamo a Te, Acclamiamo al tuo santo nom. Benedetto sei Signor, sei il glorioso Redentor ed eterno è il tuo amore per noi.

Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam, Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam

Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam, Sei Re, sei Re, sei Re. Noi ti adoriam (4 volte)

M'Shalem

M’shalem, Gesù gridò e la terra in pieno giorno si oscurò. Alla croce, Lui disse si, con amore immenso al Padre suo obbedì. Umiliato Dio tra noi, senza colpa Lui patì, l’abbandono ed il dolor, dormi oh Re, quanti sperano in te! M’shalem tutto si compia in te!

M’shalem, re dei Giudei, che portasti il peso dei peccati miei. La tua sete, di perdonar è il tuo dono di infinita carità. Nelle sante piaghe tue, la gloriosa porta al ciel, dolce il chiodo che l’aprì, salva o Re, quanti sperano in te! M’shalem tutto si compia in te!

M’shalem ancora sei quell’agnello che si immola qui per noi. Oggi qui, si compie in Te, il più grande tra i misteri del tuo amor. Sangue, corpo ed anima è il divino Redentor, fa’ che io sia tra i santi tuoi Vieni o Re quanti sperano in te! M’shalem tutto si compie in te!

Re di gloria

Ho incontrato Te Gesù e ogni cosa in me è cambiata tutta la mia vita ora ti appartiene, tutto il mio passato io lo affido a Te Gesù Re di gloria mio Signor.

Tutto in Te riposa la mia mente il mio cuore trovo pace in Te Signor Tu mi dai la gioia voglio stare insieme a Te non lasciarti mai Gesù Re di gloria mio Signor.

Dal Tuo amor chi mi separerà sulla croce hai dato la vita per me, una corona di gloria mi darai quando un giorno ti vedrò.

Tutto in Te riposa la mia mente il mio cuore trovo pace in Te Signor Tu mi dai la gioia vera voglio stare insieme a Te non lasciarti mai Gesù Re di gloria mio Signor.

Dal Tuo amor chi mi separerà sulla croce hai dato la vita per me, una corona di gloria mi darai io ti aspetto mio Signor, io ti aspetto mio Signor, io ti aspetto mio Re!

Anima Christi

Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me.

Passio Christi, conforta me. O bone Iesu, exaudi me. Intra vulnera tua absconde me.

Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me.

Ne permittas a te me separari. Ab hoste maligno defende me. In hora mortis meæ voca me.

Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me.

Et iube me venire ad te, ut cum sanctis tuis laudem te per infinita sæcula sæculorum. Amen.

Anima Christi, sanctifica me. Corpus Christi salva me. Sanguis Christi, inebria me. Aqua lateris Christi, lava me.

Pane di vita

Pane di vita sei, spezzato per tutti noi chi ne mangia per sempre in Te vivrà. Veniamo al Tuo santo altar, mensa del Tuo amor, come pane vieni in mezzo a noi.

Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore e ti offri oggi per noi. Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore e ti offri oggi per noi.

Fonte di vita sei, immensa carità, il Tuo sangue ci dona l’eternità. Veniamo al Tuo santo altar, mensa del Tuo amor, come vino vieni in mezzo a noi.

Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore e ti offri oggi per noi. Il Tuo corpo ci sazierà, il Tuo sangue ci salverà, perché Signor, Tu sei morto per amore e ti offri oggi per noi.

Se avessi mai commesso

Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini, per sempre manterrei la stessa fiducia, poiché io so che questa moltitudine di offese,

* non è che goccia d’acqua in un braciere ardente (x2)

Oh se potessi avere un cuore ardente d’amore, che resti il mio sostegno non m’abbandoni mai, che ami tutto in me, persino la mia debolezza,

* e non mi lasci mai, né il giorno né la notte (x2)

Non ho trovato mai, creatura capace, d’amarmi a tal punto e senza mai morire, di un Dio ho bisogno, che assunta la mia natura,

*si faccia mio fratello, capace di soffrir (x2)

Io so fin troppo bene che le nostre giustizie, non hanno ai tuoi occhi il minimo valore, ed io per dare un prezzo ad ogni mio sacrificio,

*gettare lo vorrei nel tuo divino Cuore (x2)

No, Tu non hai trovato creatura senza macchia, dettasti la tua legge tra i fulmini del cielo, e nel tuo sacro cuore, Gesù io mi nascondo,

*non tremo perché sei la sola mia virtù (x2)