Capofila del progetto è il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR). OBC Transeuropa partecipa con la realizzazione di tre video del film-maker Paolo Martino.
In particolare, il progetto intende accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sull’impatto delle politiche nazionali ed europee sulla vita delle persone in bisogno di protezione e influenzare tali politiche proponendo raccomandazioni e messaggi di advocacy al fine di favorire una modifica dell’attuale quadro normativo e delle pratiche relative agli Hotspot, alla procedura di ricollocazione, al sistema Dublino e al secondo pacchetto di riforme del Sistema Europeo Comune di Asilo.
The Game è stato realizzato con l’obiettivo di raccontare le condizioni vissute dai richiedenti asilo in Italia e in Europa, e di promuovere politiche che tengano conto dei diritti e della dignità delle persone in cerca di protezione. Ripercorre le tappe più importanti del viaggio da Velika Kladuša, in Bosnia, al confine tra Italia e Slovenia attraverso sentieri impervi, fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate.
Il passaggio da SPRAR a SIPROMI con l’esclusione dei richiedenti asilo dal sistema di accoglienza diffusa e il taglio ai servizi presenti nei grandi centri di accoglienza, a cui invece sono stati destinati, ha svilito e de-costruito il sistema di accoglienza. Laboratori, corsi di lingua, supporto psicologico, sono solo alcuni dei servizi ridotti all’osso.
Nel CAS di Gorizia, dove il video è stato girato, questo assottigliamento delle possibilità di integrazione a cui le persone accolte possono aspirare è particolarmente evidente nello smantellamento di un laboratorio sartoriale di successo che dava ai richiedenti asilo presenti nel centro una speranza per un percorso di vita migliore.
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha da sempre sostenuto la necessità di una revisione del sistema d’asilo europeo superando le ristrette regole fissate dal Regolamento Dublino, iniquo sia per gli Stati che per le persone. Il principio generale alla base del Regolamento Dublino III è che la competenza per l’esame di una domanda di protezione internazionale ricade sullo stato Membro nel quale è stato effettuato l’accesso. Per questo motivo le persone vengono trasferite nella maggior parte dei casi in Italia e in Grecia, Stati di primo ingresso nei quali hanno lasciato le impronte registrate nel sistema EURODAC.
Il video racconta la storia di *** arrivato dall’Afghanistan fino a Trieste attraversando Turchia, Grecia e i Balcani, tra difficoltà e violenze, e che al pensiero di dover essere rimandato indietro si toglierebbe la vita.
Oltre ad essere uno strumento ingiusto nei confronti delle persone, il Regolamento e la sua applicazione comportano un serie di disfunzioni per gli Stati europei che ogni anno investono risorse umane ed economiche per l’organizzazione di trasferimenti da un Paese all’altro, di cui solo il 18% si conclude effettivamente.
Nel 2018 il Parlamento europeo aveva portato avanti un serio progetto di riforma del Regolamento di Dublino, proponendo un superamento integrale del principio del primo paese d’ingresso per sostituirlo con un meccanismo di ripartizione dei migranti in arrivo sulle coste mediterranee che si fondava sul principio di solidarietà tra i Paesi membri dell’Ue. Purtroppo la proposta si è arenata e non si è conclusa con la scorsa legislatura.
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati continua a sostenere la necessità di ripartire da quel testo per garantire una più equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri dell’Unione europea e maggiori tutele dei richiedenti asilo e rifugiati per i quali devono poter essere presi in considerazione i legami familiari, le possibilità di integrazione, le vulnerabilità e le condizioni di salute.
Looking beyond the borders è un progetto del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e OBC Transeuropa partecipa con la realizzazione dei video reportage