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In fondo basta solo una parola Le nostre parole, le nostre storie, le nostre vite.

Calcio

Per molti questa parola fa riaffiorare bei ricordi dell’infanzia o di momenti trascorsi con gli amici davanti al televisore. Col tempo ho associato alla parola calcio parecchi ricordi spiacevoli.

Iniziò tutto durante la pausa pranzo alle elementari. Noi bambini ci apprestavamo a giocare, non sapevamo a cosa però, quando uno saltò fuori con l’idea di giocare a calcio. Andarono a cercare una palla e formarono le squadre ed io rimasi lì impalato ad aspettare che spiegassero le regole come avevano fatto per “strega comanda colore” e fin anche “nascondino”, per chi non ci avesse mai giocato prima. Ma il calcio faceva eccezione, tutti erano già esperti, tranne me. Non avendo mai toccato prima la palla e non essendo mai stato un asso in alcuno sport, finii per essere escluso dalla partita e da quelle future, al massimo relegato in porta come riempitivo, nonostante a me la porta piacesse.

Non mi sono mai trovato come a casa sui campi da gioco, tantomeno quelli in cui si richiedesse l’uso esclusivo degli arti inferiori, mai considerati fino ad allora se non come mezzo di locomozione.La porta era tutta un’altra musica. La mia unica esperienza con il gioco del pallone, prima del fatidico momento in cui avrei giocato per la prima volta, era limitata a mia zia ai tempi gran tifosa dell’Inter e il nome di un certo Ibrahimovich che risuonava di tanto in tanto e rimbalzava all’interno della mia testa di 6 anni circa. Le teste degli altri però erano piene di nomi formazioni e intere squadre mentre io sapevo i nomi di tutti i Gormiti a memoria.

Il calcio faceva da collante per le relazioni dei ragazzi: discutevano dei risultati delle partite, facevano l’album delle figurine e nel tempo libero la palla era la prima e unica opzione. La divisione in campo si traspose anche nella vita quotidiana, arrivando a feste esclusive per membri dei club di calcetto di cui ero prontamente tenuto allo scuro e venni a tutti gli effetti escluso solo perché a me il calcio non piaceva.

Oggi il mio rapporto con il calcio non è essenzialmente cambiato, né sono migliorato io né ho voluto impegnarmici perché ormai la mia opinione non era positiva. Inoltre, ho un deficit di un argomento con cui poter attaccare bottone, vedendo poi con chi avrei a che fare altrimenti, certe volte son contento di non poterci interagire. In compenso ho imparato a trovare chi come me è stato escluso per lo stesso motivo, il disprezzo per lo sport è tanto forte quanto l’apprezzamento di esso.

Non odio il calcio, non fa per me, odio essere discriminato per una cosa tanto effimera. Ai mondiali tifo sempre volentieri per l’Italia però.

Pianto

Liberarsi in un pianto ogni tanto fa bene a tutti, c’è chi può usufruirne a piacimento senza essere giudicato e chi invece è stato educato a pensare che non sia opportuno.

Io personalmente non sono mai stato il tipo che piange durante i film, anche se mi trattengo appena e quando nella colonna sonora subentra una viola, appositamente messa lì per far piangere chi non si fosse accorto che si tratta di una scena commovente, con me funziona alla grande.

Temo anche che un giorno non riuscirò ad aprire abbastanza i rubinetti, ad esempio il giorno in cui un familiare dovesse lasciarci. Non ho invece paura, ma ho consapevolezza per quando un giorno non potrò più vedere la madre di mia madre. So che non dovrei pensarci, ma è inevitabile, un giorno, non so quanto lontano, dovrà succedere che io lo voglia o meno. Ho già versato abbastanza lacrime al solo pensiero nel cuore della notte e quando succederà davvero avrò bisogno di reidratarmi.

Ho scoperto tardi nella vita che pensando al giorno in cui i cari ci lasceranno fa piangere quasi istantaneamente. Se mi dovessero fermare per strada per farmi un provino da attore (o almeno in sogno me li immagino così i provini) e mi chiedessero di piangere, sarebbe l’unica richiesta che porterei a termine con successo, non sono per niente bravo a recitare ma ho questo superpotere che non ho sfruttato per farmi prendere le caramelle dal ripiano più alto.

Invidio chi riesce a piangere senza problemi e ancor di più invidio chi riesce a confortarli. Non sono mai stato bravo né a parole né a capire gli altri nel momento del bisogno e mi trovo sempre in difficoltà quando devo far trasparire la mia compassione. Nel momento in cui apro bocca ho come la sensazione che chi mi stia di fronte fraintenda che non stia effettivamente empatizzando abbastanza.

Struggente

Struggente, un dolore interiore come la tristezza per aver perso qualcuno.

come il rimpianto di alcune scelte o come la sensazione di non aver fatto abbastanza.

Struggersi è il rimpianto per aver fatto delle scelte che ci hanno fatto intraprendere delle strade che non avremmo voluto percorrere e che ci hanno scombinato i piani.

Struggente è la sensazione di non sentirsi mai all’altezza facendoti sentire impotente davanti a tutto.

L’attrazione in tutte le sue sfaccettature è struggente, è come se la nostra vita quotidiana fosse suddivisa in varie immagini che al tempo stesso vengono oscurate da un’unica immagine, quella di colei che amiamo e questo ci porta a puntare la nostra mente solo su quell’immagine tralasciando le restanti.

La nostalgia dell’infanzia quando ancora eri ignaro del tuo futuro e trascorrevi ogni singolo giorno con un sorriso stampato in faccia.

Mi sarebbe piaciuto ritornare nel passato per riuscire magari a dire addio ad una cara amica che ora non c’è più, avrei voluto passare più tempo con mio nonno quando ero piccolo, non avrei voluto deludere più volte i miei genitori ci sarebbero molte cose che avrei voluto cambiare ma purtroppo siamo costretti a conviverci, ma ognuno di noi può sempre decidere come vivere queste situazioni cercando di trarne degli insegnamenti.

Monotonia

La monotonia è alla cima di ogni vita sociale ormai, tutti facciamo le stesse cose ogni giorno o almeno quasi e quando riusciamo ad uscire da questo circolo vizioso ci sentiamo come nuovi.

La monotonia per me significa svegliarmi tutti i giorni alle 5:40 fare colazione, lavarmi, prendere il bus e arrivare a scuola per le 7.50.

Nei 10 minuti che ci rimangono prima di entrare si parla e si fuma.

Alle 8 si entra e ogni mattina sembra infinita, aspettiamo solo che quella campanella ci dica che possiamo uscire.

Appena usciti, di nuovo a parlare e a scambiarci battutine e magari ci raccontiamo delle vicende divertenti della mattinata.

Alle 13:20,precisi come un orologio, tutti sulle corriere con gli amici per organizzarsi sul da farsi del pomeriggio.

Chi prima o chi dopo arrivati a casa si parla di nuovo della mattinata con i genitori e si mangia.

Alle 16:00 esco con la mia compagnia fino a tardi per poi tornare ogni giorno all’ora di cena.

Finita la cena mi caccio in camera mia per studiare con la musica al massimo fino a tardi per poi verso le 2\3 andare a letto vedendomi un film.

La stessa cosa il giorno seguente con gli stessi e identici orari, così fino al weekend, quando ci organizziamo per fare serata.

Ogni giorno, ogni settimana, stessa storia fino all’arrivo delle vacanze quando finalmente questo ciclo si spezza e si può respirare un po' d’aria di libertà ed è proprio in queste vacanze il momento in cui ci possiamo sentire noi stessi, quando do il mio meglio e cerco di godermi ogni singolo momento proprio perché già so che il tempo vola e con l’arrivo di settembre la ruota ricomincerà a girare.

RICORDO

Ricordo è una parola che merita di essere commentata, anche se tutte le parole hanno qualche asso nella manica. Soprattutto negli ultimi tempi ho rivalutato i sentimenti o, comunque,tutto quello che è astratto, perché si appoggia alla nostra immaginazione e perciò qualunque cosa può assumere più valore e diventare qualcosa di importante. I ricordi addolciscono alcuni momenti di vita, nonostante siano spezzoni stessi della nostra esistenza. Quando ci succede qualcosa di brutto e ci abbattiamo, ci tornano fuori subito i ricordi più brutti e viceversa,nei momenti di maggior allegria saltano fuori le cose più belle. Un ricordo può relazionarsi ad un nostro grande rimpianto oppure ad una nostra gloria che al solo rimembrare ci fa tornare più forti e coraggiosi. Pensare solo a guadarsi avanti, non considerando il passato, è un’abilità nel bene e nel male. Può trarci in inganno ripetendo svariate volte gli stessi errori oppure produrre l’effetto opposto.

Ogni tanto fermarsi penso che sia utile. Fermarsi qualche giorno, una settimana o due, pensare e riflettere.

Riflettere su come migliorarsi, come apparire, cosa si intende fare nel futuro e porsi degli obbiettivi e dare un’occhiata alle nostre scelte passate per avere un futuro più controllato, più simile ai nostri sogni e che rispecchi il più possibile le nostre ambizioni, per puntare ad essere la miglior versione di noi stessi.

Un ricordo è anche utile per poter dire a se stessi: “guarda quanto sono cresciuto!” e per rendersi conto della strada che la propria persona ha compiuto negli anni. È importante auto criticarsi e auto premiarsi, nessuno ti farà mai i complimenti nei tuoi miglioramenti interiori.

L’estate post-lockdown nazionale è sempre quella che amo ricordare con enorme piacere e nel frattempo dispiacere. Mi trovavo spesso ad uscire con un ragazzo che chiamerò “Isidoro” e una ragazza, “Gardenia”. Gardenia mi piaceva molto,ma al tempo non avevo le doti per corteggiarla o semplicemente farle capire le cose come stavano. Intanto con Isidoro andava alla grande, eravamo i primi a ridere per le stupidate dell’alto, ma non ho mai avuto il coraggio di dirgli cosa provavo per Gardenia. Col tempo Isidoro, che in un primo tempo si era lasciato con un'altra ragazzina, si innamora anch’esso di Gardenia. Isidoro era un vero playboy in mio confronto, bastò quell’estate e i primi mesi autunnali per far sì che i due si fidanzassero, il tutto davanti i miei occhi. Naturalmente il dopo fu un vero casino.

Questo in realtà, dopo una prima fase, è passato ad essere uno dei ricordi migliori, non solo perché con Gardenia e Isidoro sono rimasto in ottimi rapporti, ma perché mi è stata data una lezione per tutto quello che è venuto dopo e che verrà ancora. Da qui scaturisce anche un grande rimpianto che non necessità di essere esplicato. Avessi preso un'altra decisione ora potrei essere un’altra persona, gli altri potrebbero essere altre persone, avere esperienze che invece non ho avuto e rimpianti che ho schivato inciampando in altre buche.

NEVE

Ma davvero parliamo di fenomeni atmosferici? Siamo già arrivati a quel punto della nostra vita in cui non si può far di meglio che guardare il cantiere di muratori o il cielo? No, non è così. Se ci sarà il sole allora potrà essere una buona occasione per uscire, se c’è la pioggia allora meglio rimanere a casa, peggio ancora se abbiamo sulla testa un temporale oppure una bella tromba d’aria. Questi solitamente sono i modi in cui l’essere umano vive questi avvenimenti e non sono mai spunto di interesse, essendo qualcosa di imprescindibile sulla terra, vi immaginereste una terra senza cielo? Ma se parliamo della neve sono sicuro che le cose cambiano decisamente da persona a persona. Potrei sembrare benissimo un bambino di sette anni che vede del bianco sul prato per la prima volta nella sua vita, ma una nevicata non penso proprio che sia un fenomeno atmosferico come gli altri. Un fiocco di neve è sempre diverso da un altro, ce ne sarà sempre uno che mi stupirà di più.

“Purezza”, “Bellezza”, “Silenzio” sono le parole più comuni che per me la neve si porta dietro, e in maniera più soggettiva azzarderei anche “Sincerità”. Potrei dirne fino a riempire la pagina, direi che si è capito che a me la neve piace fin troppo.

Mio nonno era sempre stato un amante della neve, guardava spesso le previsioni meteo di Bernacca, speranzoso nell’annuncio di un’abbondante nevicata. Spalare la neve con felicità, o come si dice da queste parti “fare la rotta”, è da pochi e addirittura sperare di doverlo fare è proprio una cosa di nicchia. Ha vissuto negli inverni con gli episodi più nevosi e freddi del ventesimo secolo, il 1956, il 1985 e il 2012, quelli più degni di nota, tolto il 2012 mi sarebbe piaciuto viverli insieme. Quando è morto e i suoi figli hanno deciso di mettere la sua bara in un punto del cimitero affacciato direttamente al mondo esterno in modo simbolico per farlo continuare ad osservare il cielo.

Nella mia vita risorge spesso il ricordo della nevicata del 6 febbraio 2015. La sera prima, a cena con i genitori, guardavamo le previsioni di Stefano Ghetti su TV Parma che affermava la possibilità di neve,ma avrebbe prevalso la pioggia incessante. Grazie a quelle false affermazioni oggi ricordo così bene lo stupore, la gioia e l’incredulità nello svegliarmi sotto la bellezza di 45 cm di neve caduti in una sola notte, di pioggia nemmeno l’ombra. Incredibile! Le strade erano inagibili, provinciale, tangenziale o secondarie non faceva la differenza, fatto sta che mia mamma decise comunque di mandarmi a scuola. Arrivare a scuola è stato un viaggio di speranza, e al mio arrivo c’era soltanto un'altra bambina, mentre tutti gli altri erano chiaramente rimasti a casa, chi sarebbe stato il folle a mandare a scuola il figlio o la figlia. Menomale le maestre ebbero la razionalità di farci tornare a prendere dopo appena un’ora, e da lì il pupazzo e pallate di neve fu d’obbligo.

In Italia è molto comune vedere la neve sulle Alpi, Appennini o talvolta anche in Pianura Padana, ma man mano che ci spostiamo a Sud il fenomeno diventa sempre più raro, più magico. Un siciliano giovane spesso non l’ha mai vista, mi è capitato anni addietro di conoscere due siciliani che videro per la prima volta la neve qui a Parma.

Posso immaginare quanti adulti in Africa o in America Latina non l’abbiano mai vista o non sanno cosa sia. Non sanno proprio che cosa si perdono, o forse non sanno che cosa si risparmiano.

Rabbia

La rabbia è quel sentimento, quello stato psicologico che ti porta molte volte a fare azioni che una persona normalmente non farebbe mai.

La rabbia viene provocata da azioni,litigi che urtano i sentimenti di una persona , può essere uno stato interno che “mangia” l’anima .Molti ragazzi, ma anche molti adulti non dimostrano questo emozione e continuano a vivere come se non ci fosse niente.

Io la rabbia non la dimostro, sono un ragazzo che tiene molti sentimenti all’ interno e non fa vedere niente a nessuno. Talvolta mi sfogo con lo sport , soprattutto con la boxe che per me è stata una salvezza, oppure quando dimostro la rabbia per qualcosa tendo a essere anche violento, uno che non ragiona e magari dice cose che non pensa neanche veramente.

Si può avere la rabbia per una perdita famigliare , per un esame che non è andato bene , per una separazione, una delusione, ci sono varie motivazioni .

La rabbia può essere infatti un sinonimo di delusione, dolore e di ripensamenti, uno può essere arrabbiato con se stesso perchè magari non doveva rispondere cosi ad un genitore o amico .

In alcuni casi la rabbia porta anche a un suicidio , si sentono molte storie di ragazzi a cui accade questo perché magari non hanno un sostegno a cui appoggiarsi, con cui parlare e sfogarsi.

Tavola

La tavola potrebbe essere un oggetto semplice, quotidiano, ma ritrovandomi dai miei nonni durante il pranzo di Natale ho capito che è un oggetto importante, anche se non le diamo molta importanza.

Quando esco di casa per andare al bar a prendere una brioche e un cappuccino, la prima cosa che faccio è sedermi su una sedia davanti ad un tavolino, sul quale poi appoggio le mie cose, aspettando la mia brioche.

Nelle merende o quando mi ritrovo con i miei amici a discutere di sport o di qualsiasi altro argomento, ecco che appare di nuovo una tavola attorno alla quale ci sediamo, diventando così un appoggio sul quale mettere panini e bibite e si crea subito una situazione speciale anche se all'apparenza sembra semplice.

Un’altro momento in cui la tavola diventa molto speciale è quando ci si ritrova, come ho detto all’inizio, attorno ad essa con la famiglia o con tutti i parenti, semplicemente a mangiare un piatto di anolini caldi.

Per me la tavola è famiglia, è condivisione, è felicità.

Apparenza

L’apparenza, un criterio sul quale la maggior parte delle persone basa tutto nella società odierna.

Un valore che oggi più che mai è ritenuto fondamentale, “creando negli ideali delle persone un’immagine più o meno rispondente al vero.”

L’immagine è ormai alla base della vita, viene spinta anche dal mondo della televisione, della pubblicità, dello sport, va a stimolare e creare nella mente delle persone un esempio sul quale basarsi, ma anche sull’allontanare o considerare “diverso”, chi questi ideali, non li rispecchia. Si fonda così un’intera società basata su apparenza e pregiudizi, fattori esteriori che non hanno niente a che vedere con le vere ed importanti caratteristiche di una persona, sull’essere unici.

Questi aspetti sono presenti nel mondo lavorativo, nel mondo social, ma maggiormente evidenti tra i giovani, per i quali l’aspetto esteriore e l’apparenza sono diventati criteri sui quali basarsi, sostituendo gli aspetti unici della persona, come le proprie qualità, personalità e carattere, con aspetti più rivolti alla più banale apparenza, portando, di conseguenza, diverse persone a curare solamente gli aspetti estetici tralasciando quelli interiori.

Così facendo si finisce per classificare od escludere persone, solamente per il loro aspetto fisico, per vestiti o scarpe che indossano ed altri fattori che caratterizzano l’immagine esteriore di una persona.

Ci si ferma a guardare un'infinità di aspetti, spesso solo pregiudizi basati su queste caratteristiche, senza nemmeno conoscere i caratteri interiori di una persona.

Se anche è vero che l’occhio vuole la sua parte ed un aspetto esteriore migliore sia maggiormente gradito, è altrettanto vero che non è fattibile avere una società che si basi solamente su certe fondamenta.

Mattino

Il mattino per tanti è la parte più dura della giornata, lo dicono gli scienziati. gli psicologi: dal modo in cui ti svegli cambi il verso della tua giornata. La mattina per me è, invece, il senso della vita, poter vivere e vedere cosa c’è fuori, andare a scoprire ogni giorno cose nuove mi fa amare la mattina.

Quando mi sveglio imposto la mia giornata: cosa farò a scuola, preparare lo zaino,il mio borsone da calcio, cambiarmi, preparare lo spuntino, il pranzo e poi infine fare colazione. Per me tutto questo è il massimo, è una carica che mi proietta alla giornata che arriva. Strano è pensare che la gente odi il mattino, li vedi che non sanno cosa fare, dove andare, perdere treni,autobus.

Se il fine settimana ho i giorni liberi non riesco a dormire tanto perché voglio vedere sorgere il sole dalla mia finestra. Quando penso al mattino sono felice, vorrei che però questo pensiero si espandesse a più persone perché si perdono molto nella vita stare ore ed ore arrabbiati perché non hanno dormito abbastanza o perché si devono svegliare per forza.

Una mattina, anzi LA mattina forse più bella della mia vita è stata il 21 gennaio 2019. La sera come tante ero andato a dormire molto presto per potermi svegliare il più presto possibile, come sempre e farmi le mie cose con calma. Sulla mia scrivania i miei genitori avevano lasciato la posta arrivata a mio nome. Così mi trovo alle 5:20 una busta, la apro e c’era scritto che ero stato convocato dalla nazionale italiana per poter rappresentare l’under 16 italiana. Piangevo come un bambino, non sapevo cosa fare perché i miei genitori dormivano allora guardai dalla finestra e mi dissi tra me e me: ‘’forse un giorno ce la potrò fare,forse non è così impossibile come tutti dicono, allora nulla è impossibile’’.

La mattina è una partenza, serve sempre guardare avanti verso i propri obiettivi

Solitudine

L’essere umano ha bisogno di contatto fisico con i suoi simili. Una delle paure più grandi che si possono avere, dopo quella delle altezze o dei ragni, è forse proprio quella di rimanere soli, magari anche in punto di morte.

La solitudine fa paura, ma allo stesso tempo è quasi il nostro rifugio, la nostra pausa dal mondo che ci circonda. Essere “soli” spesso viene confuso con l'essere “da soli”, una differenza sottile che in verità vuol dire molto.

Invidio quelle persone che riescono a non annoiarsi, a non essere mai stanche di rimanere in una casa o anche solo in una stanza vuota senza dare di matto. Come si fa ad apprezzare tutto ciò? Io non ne ho idea.

Trovo triste chi si chiude in se stesso, chi non riesce a fidarsi e a contare sugli altri, chi pensa di bastarsi e di poter fare tutto da solo. Una parte di me però è quasi affascinata da questa capacità, una capacità che non ho e credo non avrò mai. Questa è la differenza , allora, tra le due espressioni “ essere soli” ed “essere da soli”:

Essere soli è la cosa più triste e sbagliata che ci sia, non si può vivere e godere di una sanità mentale senza il supporto delle altre persone, senza qualcuno su cui contare nei momenti di bisogno. Nella mia giornata mi piace non essere mai solo, non bastano mai le persone che ti stanno vicino, e anche se non tutte sono amicizie o relazioni durature e profonde bastano quelle poche sincere per essere davvero felice. La solitudine non porta alla felicità, porta alla pace magari, ma di sicuro non alla felicità.

Qui entra in gioco la seconda espressione: stare “da soli”. Stare da soli non significa non avere qualcuno su cui contare, ma non dipendere da quest’ultimo. Ogni tanto è bello chiudersi nella propria stanza, fare una passeggiata nella natura o ascoltare della musica, per rilassarsi e per staccare un po’ la mente dal mondo. Non riuscire a rimanere da soli non è un buon segno, spesso possiamo essere quasi in cerca di coprire riempiendoci di impegni e amicizie fasulle che ci distraggono dal vero problema, noi stessi. Nessuna delle due situazioni va bene.

Per esperienza personale mi sono ritrovato in questi ultimi anni a provarle entrambe, un po’ per il Covid e un po’ per motivazioni diverse.

Non so bene dove sia stato l’inizio di questi “passaggi”, probabilmente nemmeno esiste un momento preciso, e i due stati d’animo si mescolano e si danno il cambio nel tempo. Se prima ero più estroverso e cercavo di fare sempre qualcosa per distrarmi ora sono l’inverso, ultimamente trovo più difficile aprirmi e in generale stare in compagnia. Penso sia comunque una fase normale che tutti attraversano crescendo, certo è importante tenere a mente che nessuno dei due eccessi è giusto, bisogna cercare di mantenere un equilibrio.

Fidarsi delle persone va bene, ma senza dipendere da nessuno.

Parole

Da quando l’uomo ha conosciuto la parola, si è creato un mondo di comunicazione e informazione che però può anche diventare disinformazione.

La parola “giornalistica”, ad esempio, la parole sui social, magari non sufficientemente documentata o violenta, può creare danni enormi e politicamente pericolosi.

La parola forma le persone, può essere un segno di riconoscimento, è lo strumento principale che si usa nelle scuole, ma anche tra gli amici, in famiglia e in questi luoghi diversi le nostre parole cambiano e combinano nel tempo. La parola ha anche un'efficacia performativa, cioè di cambiamento. Le parole sono pietre, nel senso che hanno un peso, per questo la parola va rispettata.

Come un apprezzamento nei confronti di una persona può rappresentare un rinforzo, una spinta e un incoraggiamento, così la parola negativa, l’insulto gratuito è inammissibile perché abbatte e butta giù.

La parola cambia la vita, cambia le vite delle persone. Bisogna avere cura delle parole. La parola usata male, infatti, porta confusione e fraintendimento, può creare situazioni non chiare e dolorose.La fretta poi ci porta a semplificare i concetti, creando errori e sintesi sbagliate. Bisogna fare attenzione a quello che si dice, perché quello che si dice, dice molto, se non tutto, di noi, nel bene e nel male.

Ansia

“Affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o da incertezza”. “In psichiatria, senso di apprensione simile all'angoscia”.

L’ansia è una delle sensazioni costanti nella vita di chiunque che può scaturire da una qualsiasi cosa in qualsiasi momento per vari motivi più o meno importanti.

Con l’ansia non ho un problema grave, tranne in alcuni casi, non ne soffro così spesso e a volte la trovo quasi piacevole per tenermi attento e vigile sui miei obiettivi. Altre volte invece, in modo più frequente, mi colpisce così tanto da mandarmi fuori di testa facendomi diventare paranoico, stressante e parecchio nervoso. In poche parole tendo a diventare una persona completamente diversa da quella che sono di solito in una situazione normale

Da come si può capire tendo ad essere ansioso soprattutto quando c’è di mezzo la competizione, quando bisogna dimostrare di essere all’altezza delle aspettative o più semplicemente perché non voglio mostrarmi debole. Questo mi capita spesso nello sport, in particolare nel calcio che è lo sport che pratico da ormai parecchi anni, soprattutto negli ultimi anni dove la competizione è aumentata sempre di più, ma allo stesso tempo sto lavorando a livello mentale per superare questo ostacolo.

L’ansia ho notato essere maggiormente presente nell’ultimo periodo della mia vita, soprattutto dopo la mia prima relazione finita, poco tempo fa. Ho notato infatti di essere costantemente ansioso per varie motivazioni, come per esempio non essere all’altezza, non suscitare più interesse in lei da un momento all’altro, o anche semplicemente avere paura ad aprirmi emotivamente, per paura di essere giudicato o considerato debole o fragile, nonostante lei sia riuscita ad aprirsi tranquillamente con me. Ho capito solo successivamente che queste erano e sono solo paranoie e insicurezze inutili e assurde, che sono poi la causa per cui la relazione è finita. Da queste esperienze cerco tutt’oggi di trarre insegnamenti e vantaggi per superare questi momenti e non farmi travolgere, ma al contrario per affrontarli a testa alta

Panico

L’ansia è un sentimento, un’emozione, un’espressione non d’amore, ma di paura e, se non si è capaci di gestirla, diventa panico, tremolio alle gambe e può portare anche ad un abbassamento della propria autostima. Io ad esempio soffro d’ansia per un sacco di cose come nel calcio, a scuola o addirittura con delle persone che non conosco, anche se magari non lo faccio notare. L’ansia poi si presenta con il panico ed è una brutta bestia perché quando ti viene è come se ti mancasse l’aria.

Poi secondo me ci sono situazioni in cui si sa gestire e situazioni in cui non sai come fare, io ad esempio con la scuola l’ansia mi porta a fare malissimo, invece nel calcio l’ansia iniziale mi aiuta e riesco a gestirà facendola diventare adrenalina .

L’ansia potrebbe essere rappresentata da un sacco di cose, da immagini oscure dov’è magari raffigurato il vuoto più totale, oppure si più associare a persone con cui magari non si sono avuti bei momenti.Talvolta quando poi si rincontrano sale l’ansia, per la difficoltà di gestire il momento.

L’ansia allora è un’emozione, è attesa per un qualcosa di bello ma può essere un artiglio che soffoca, allora diventa panico.

Chiusura

Chiusura’’ è una parolaccia.

E’ la parola più brutta che si possa dire, sentire o anche solo immaginare, nonostante si senta ripetere troppe volte in questi anni.

Chiusura vuol dire tantissime cose. L’utilizzo più comune e il primo al quale si pensa, pronunciando questa parola, è quello fisico: un negozio che chiude, la strada, la porta di casa che dietro di noi viene chiusa a chiave e ci fa sentire al sicuro.

Ci sono però significati peggiori, che spaventano maggiormente e fanno più male di un semplice cartello con su scritto “CHIUSO”. Una chiusura ci impedisce di vivere un momento, brutto o bello che sia. “Se solo quella porta non fosse stata chiusa, avrei potuto passare delle vacanze migliori, festeggiare il Natale e capodanno con i miei parenti e la mia ragazza, se solo il Covid non avesse deciso al posto nostro”.

Una chiusura spesso crea un disagio, soprattutto quando ci impedisce di vivere a pieno la vita, ci riempie di rimpianti e ci priva di momenti che racconteremo ai nostri nipoti durante le cene di famiglia.

E’ frustrante rendersi conto di quanto tempo sia stato sprecato, tempo che non ci verrà mai dato indietro, tutto per questa semplice e insignificante parola, "chiusura". Non è sempre colpa nostra, ci sono situazioni che non si possono controllare e tantomeno evitare. Come facevo a prevederlo? E’ impossibile. Il caso ha voluto così, la fortuna.. o anche la sfortuna.

“Chiusura”. Per colpa sua non potremo mai sapere come sarebbe andata quella volta. Chissà se quella ragazza adesso starebbe con me, se solo non mi fossi chiuso in me stesso e le avessi parlato, chissà cosa sarebbe successo se avessi trovato il coraggio di mettere via il telefono e da parte le paure e l'avessi invitata fuori a prendere un caffè.

Solo rimpianti.

Una parola con grande potenzialità, infiniti significati ed eventi che la comprendono, eppure insignificante. Come possono 8 lettere privarci di così tanto?

Chiusura è una parolaccia, bisogna imparare ad evitarla a tutti i costi, per vivere meglio.

Per avere una vita degna di essere raccontata ai propri nipoti.

Libertà

“ Per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni”.

In realtà con libertà si intende molto di più, infatti, la libertà non è solamente una condizione fisica ma anche una condizione psicologica di ogni singolo essere umano.

Al giorno d’oggi, quindi, libertà può significare moltissime cose:

Il primo significato che mi viene in mente potrebbe essere scuola, infatti, tramite l’istruzione, la scuola pone le basi ad ogni individuo per sviluppare una propria opinione e pensare in modo indipendente senza farsi influenzare da altri fattori, per questo la scuola dovrebbe essere un diritto per tutti e andare a proibirla è una violazione della libertà.

Un altro significato di libertà potrebbe essere legata allo spazio, la possibilità di andare dove si vuole senza limitazioni. Pensiamo alla possibilità uguale per tutti di scegliere dove vivere. Di contro pensiamo alla reclusione carceraria, ovvero la privazione ad un determinato individuo di andare dove vuole e la reclusione in uno spazio angusto, una pena talmente pesante che spesso le persone condannate a questa pena arrivano al gesto estremo di togliersi la vita.

Un esempio paradossale è quello degli Stati Uniti, spesso definiti come patria della libertà. In realtà non è propriamente così, infatti, come si può definire uno stato “ patria della libertà” quando in quello stesso stato vengono eretti muri e imprigionate persone che scappano da paesi in cui povertà e morte sono all’ordine del giorno e cercano un futuro migliore per la propria famiglia.

Purtroppo, questo discorso, non va applicato ad un singolo stato, ma al mondo intero, infatti, secondo una ricerca di swissinfo (portale web della SRG SSR, ovvero, l’ente televisivo e radiofonico svizzero) attualmente il 68% della popolazione mondiale vive sotto delle autocrazie (ovvero delle forme di governo in cui il potere è nelle mani di una sola persona) in cui la libertà di espressione e di pensiero dell’individuo sono pesantemente limitate.

Leggere questi dati e approfondendo un po’ porta quindi a riflettere su cosa realmente per ognuno di noi sia la libertà e sul perché dobbiamo ritenerci estremamente fortunati di essere ancora liberi non solo di poter dire la nostra opinione su determinati argomenti ma anche di avere la possibilità di formare un nostro pensiero forte e indipendente.

Fine

Spesso penso a questa parola e a quello che significhi. Infatti,nonostante la fine di qualcosa possa essere dolorosa,secondo me è proprio questa consapevolezza, il fatto che ogni cosa non duri per sempre, che non si conosca con precisione quel che verrà dopo e il sapere che nessun’altra cosa potrà essere uguale a quel determinato momento, a farci apprezzare fino in fondo il presente, le cose importanti!

La fine, quindi, non è qualcosa di negativo, anzi, è quell’elemento in più che, inconsciamente, ci fa apprezzare e distinguere le cose che realmente ci danno gioia da ciò che invece ci dà noia o sono semplicemente superflue.

Infatti, se un momento, una situazione determinata, che ci sta piacendo della nostra vita durasse all’infinito, dopo un po’ ci stancheremmo e non la apprezzeremmo più per quello che realmente è, un po’ come quando stai ascoltando una playlist e arriva la tua canzone preferita ma sai che, mettendola in loop, ti stancheresti di ascoltarla, quindi la apprezzi per la sua durata fino a che non finisce e parte la prossima canzone.

In quel momento sai che potresti riascoltarla quante volte vuoi ma non lo fai, dopo, diventerebbe l’ennesima canzone come le altre, senza un significato, in mezzo alla playlist perché orecchiabile.

Musica

La musica mi ha sempre accompagnato nella mia vita sin da quando ero piccolo.

La musica ci accompagna in tutto, quando si è in macchina alla radio trasmettono la musica, se guardi la tv la musica è sempre presente, quando guardi un film è presente sempre una colonna sonora, quando giochi a un videogioco, quando vai in palestra, al bar, al centro commerciale.

La musica è onnipresente e soprattutto nella mia vita, a casa ascolto musica dalle casse e se esco mi metto le cuffiette e mi lascio trasportare.

Per me ascoltare musica è un viaggio, un immedesimarsi nell’artista e rivivere alcuni momenti della tua vita estrapolando le tue sensazioni e i tuoi sentimenti.

Un ricordo molto importante per me è un momento molto preciso in cui tutte le sere uscivo per andare al parco con i miei amici, ascoltando la musica nelle cuffiette di un cantante a me molto caro, mi travolgeva l’aria serena e spensierata estiva con il tramonto lungo l’orizzonte, questa sensazione era incredibile e mi faceva sentire bene, ero proprio un momento di felicità. Un ricordo invece legato ad una canzone in particolare risale a quando ero all’età di circa dieci/undici anni ed era passato un bel po' di tempo dall’ultima volta che avevo visto mio padre. Un giorno mi fece la sorpresa di venirmi a prendere all’uscita della scuola e mi ricordo che in macchina mentre tornavamo a casa mi fece ascoltare un disco dei Litfiba che mi piacque moltissimo. Ricordo questo momento con tanta gioia e tutt’ora questo album di tanto in tanto me lo riascolto e ripenso a quella giornata.

Chi è che non ha mai ascoltato della musica? Io la vedo come se fosse una colonna sonora della nostra vita. Come in un film ci sono canzoni che richiamano un momento, un ricordo, una persona.

La musica che ascoltiamo rispecchia alcuni momenti della nostra vita ad esempio prima di andare ad una festa mi ascolto musica che mi da la carica, che mi fa venire voglia di andare lì e spaccare tutto invece se mi voglio rilassare ascolto musica che mi faccia fare una sorta di viaggio con l’immaginazione, mi fa “mescolare” il momento che sto guardando con gli occhi, il momento che sto vivendo, con quello che sto ascoltando e mi immagino il momento come se ne fossi il protagonista.

A volte mi capita di fissare i ricordi nella mente proprio grazie alle canzoni, semplicemente mi viene spontaneo associare emozioni a canzoni.

Principalmente ascolto hip-hop contemporaneo ad esempio rap, trap, eccetera e ciò che caratterizza molto queste canzoni è l’abilità dell’artista di esprimere e trascrivere quello che vive attraverso la stesura dei testi delle canzoni, mescolando questa visione con la sonorità e il ritmo della base, ed è proprio per questo motivo che adoro questo genere.

Musica è anche in tutto quello che viviamo: un brano è composto da un certo tipo di battiti al minuto, chiamati BPM, che danno il tempo che mescolato alla melodia, alla batteria e a tutti i suoni, danno un ritmo ed ogni canzone ne ha uno diverso.. Ecco io vedo i battiti come il tempo che dobbiamo trascorrere, la melodia e tutti i suoni come le nostre decisioni, gli imprevisti e tutto questo mescolato insieme danno un ritmo alla nostra esistenza.

Rimpianto

Il rimpianto è una reazione negativa a ripensamenti relativi a vicende trascorse.

In passato nella mia vita ho avuto diversi rimpianti e tutt’oggi mi pongo domande e penso a dove sarei oggi se avessi fatto certe scelte, se avessi preso certe decisioni che magari mi avrebbero cambiato completamente la vita. Mi rendo però conto che sono quello che sono solamente grazie alle mie decisioni e al mio istinto.

Nel corso di questi ultimi anni mi sono trovato davanti a grandi esitazioni e incertezze e sono felice di aver fatto determinate scelte , sono felice di aver preso questa strada e sono contento di essere arrivato fino a questo punto.

Ma, come ho detto prima, ho anche grandi rimpianti, alcuni a cui penso quasi tutti i giorni, per esempio rimpiango il fatto di aver lasciato la pallacanestro dopo averla praticata per parecchi anni, dopo essere diventato abbastanza bravo e dopo averci speso così tanto impegno e tempo. Mi è sembrato di aver buttato via una grande occasione: penso a dove sarei ora se avessi continuato, avrei avuto la possibilità di conoscere molte persone, mi sarei fatto molti più amici, sarei diventato molto bravo e avrei avuto molte opportunità.

Noi tutti dovremmo cominciare a vivere prima di diventare troppo vecchi, senza il peso di troppi rimpianti. La paura è stupida, diceva una famosa attrice, ma lo sono anche rimpianti.

Azione

Azione, una parola che fa pensare a qualcosa di movimentato, per esempio a un film d'azione , che di solito è avvincente , non a qualcosa di fermo e noioso. Un'azione può dare un inizio e può dare una fine, con un'azione si possono generare una serie di azioni che possono cambiarti la vita.

Basta pensare, ad esempio, a tutte le cose che avreste ottenuto con un'azione che non avete fatto, bastava cosí poco per ottenere qualcosa di grande, da un piccolo gesto, poteva nascere qualsiasi cosa, come approcciare una ragazza che vi piaceva, iscrivervi in palestra oppure fare quello sport che volevate tanto fare o altre piccole cose.

Con un'azione si può ottenere tutto. Un'azione è una scelta, una decisione, la vita ci chiede di fare delle scelte e noi dobbiamo essere in grado di rispondere.

Una scelta che mi ha sicuramente cambiato la vita è stata quella di venire in Italia. In questo caso specifico non ho scelto io, ma mio papá. Per me, che ero un bambino, non c'erano aspetti negativi nel cambiare paese ero entusiasta e non mi sono posto troppe domande, semplicemente ho vissuto e mi sono adeguato. Non mento però dicendo che ogni tanto capita che mi chieda chi sarei ora se fossi rimasto lí, però alla fine sono felice dove sono. Quando si compie un'azione che riguarda una scelta importante, fondamenta è mettere tutto te stesso in quella scelta che si è fatta e non avere ripensamenti o rimpianti, se farai cosí non farai mai una scelta sbagliata.

Errore

Negli ultimi anni della mia vita ho cominciato a rendermi conto dell’importanza di commettere errori e di riconoscerli, in modo da usarli come aiuto e stimolo per crescere.

Siamo cresciuti in una società in cui è considerato quasi “sbagliato” provare, lanciarsi, perché spesso siamo bloccati dalla paura di fallire o di non riuscire a raggiungere l’obiettivo prefissato, senza capire che in ogni caso l’esperienza ci aiuterà a crescere.

Ogni errore che commettiamo siamo sempre stati abituati ad eliminarlo, considerarlo una cosa sbagliata, da non ripetere, portandoci così a non rischiare, a non mettersi in gioco per la paura di commettere altri errori.

Le nostre opportunità più grandi si presentano proprio nel momento in cui andiamo a commettere un errore, in cui usciamo dalla nostra “comfort-zone” permettendoci di scoprire e sperimentare nuove cose.

Gli errori, pur essendo negativi, sono allora fondamentali per la crescita e lo sviluppo di chiunque, sapendo imparare da essi senza ripeterli, lasciandosi presentare le opportunità a cui ci portano e vederli più come un aiuto per andare avanti piuttosto che un freno che ci toglie tutte le sicurezze.

Empatia

L'empatia è un’ emozione che ti permette di “ collegarti” con un’altra persona,facendoti provare le sue stesse emozioni. Questa partecipazione emotiva crea un legame profondo con l'altra persona, un’unione, fortificando la sintonia tra le due persone.

Credo che l'empatia sia la chiave per la costruzione di rapporti solidi e veritieri e il mezzo tramite il quale un amicizia o una relazione può definirsi duratura.

Mi è capitato molto spesso che amici o familiari siano stati empatici nei miei confronti: non scorderò mai quando, durante una partita, mio padre fu più felice di me quando riuscii ad uscire da una brutta situazione, che avrebbe potuto compromettere le sorti del campionato per la mia squadra.

La mia fidanzata dice sempre che un rapporto è basato, oltre che sulla fiducia e sul rispetto reciproco, anche sulla comprensione l'uno dell'altra, perché questo porta al voler sempre conoscere quelle emozioni che riesco a creare io in lei o lei in me.

Una frase che lei mi ha detto e che mi ha cambiato la vita è che l'empatia è l'arte di comprendere gli altri,dimostrando quindi il proprio grado di maturità

Giudizi

Il pensiero penso sia alla base dell’uomo, solo grazie al pensiero l’umanità ha avuto modo di evolversi, passare dallo stato di primate alle persone che siamo oggi. Purtroppo però, come ogni cosa, il pensiero ha il suo lato negativo e il suo lato positivo.

Il pensiero che hanno le persone al giorni d’oggi è principalmente usato per i propri interessi, per il lavoro o per le attività, ma talvolta anche per giudicare.

Proprio quest’ultima è la parte che molte volte si trasforma in qualcosa di negativo. Tantissime volte capita ad ognuno di noi di essere giudicato sia in modo positivo che in modo negativo per qualsiasi cosa facciamo o diciamo. Molte volte questi giudizi vengono anche dati per cose private giudicate con superficialità o per aspetti che si vogliono nascondere per vari motivi.

Si passa dai giudizi di che musica ascolti o di cosa indossi, che importano ben poco, fino ad arrivare ai giudizi sul peso, su difetti fisici e differenze etniche ecc.. Ad oggi si sente tantissimo parlare di queste discriminazioni e le più comuni sono quelle razziste, omofobiche e molte altre.

Ognuno può avere il proprio pensiero perchè è normale quando si vede qualcosa o qualcuno esprimere un proprio giudizio, ma cose come queste non dovrebbero essere nemmeno pensate, figuriamoci dette, alcune cose non andrebbero giudicare, solo rispettate. Bisogna fare attenzione ai facili giudizi, a quello che si pensa e soprattutto a quello che si dice, perchè le parole fanno più male di qualsiasi altra cosa.

Amico

Nella vita subito dopo la famiglia vengono gli amici.

Gli amici sono coloro con cui cresci e trascorri l’adolescenza, coloro che ci saranno per alcuni anni, o forse per sempre. Sono quelle persone che ti migliorano, ma in alcuni casi sono anche quelli che ti rovinano.

Gli amici te li scegli e bisogna fare la scelta giusta . Sono fiero dei miei amici, so che su loro potrò sempre contare, anche se i miei genitori a volte sembrano preoccupati, dicono che loro mi hanno cambiato. Sotto certi aspetti non posso dargli torto, sono cosciente che sto cambiando, ma non per forza in peggio, poi una vita senza amici è dura da affrontare, non provo nemmeno a immaginare come la vivrei io personalmente.

Io passo la maggior parte del tempo con gli amici. Non sto quasi mai a casa. Questi sono gli anni più belli e penso che vadano goduti senza esagerare troppo, come nel mio caso a volte…

Fortunatamente io non ho mai avuto problemi ad integrarmi e a fare amicizie. Molti dei miei attuali amici li ho conosciuti all’interno della scuola. Sono cresciuto con loro e cresco tutt’ora. Alcuni amici nel corso degli anni li ho persi, ma i più importanti sono rimasti con me. Alcuni mi hanno insegnato tante cose che non dimenticherò. Mi hanno tolto da alcuni problemi, ma allo stesso tempo, a volte, me ne hanno creati dei nuovi. Anche da queste situazioni c’è da imparare.

Gli amici,quelli veri, sono speciali perché con loro puoi fare cose che non puoi fare con nessun’altro. Avrei una lista infinita di pazzie fatte in questi ultimi anni, ma non sto qui a raccontare..

L’amico è quella persona, che nonostante tutto c’è sempre. Io ci sarò sempre per i miei amici, come loro ci sono e ci saranno sempre per me.

Pensare

Il pensiero è quella cosa che ti parla nella tua mente, il più delle volte parla con la tua voce e a volte riesce anche a imitare la voce della persona di cui stai parlando.

E’ come un richiamo alla mente, un luogo in cui puoi fantasticare, dove inizia il ragionamento. A volte mi capita di pensare a cose a cui non avrebbe senso pensare, e penso anche che pensare a queste cose non sia giusto, non ne valga la pena. Altre volte invece mi capita di stare a guardare il vuoto e inizio a vivere nella mia mente tutto quello che mi capita nella vita reale e proprio in quell’istante mi scordo del presente e, quando ripenso a quella frazione di tempo, mi viene un vuoto.

Ogni volta che vedo mio padre lo vedo sempre pensieroso e mi sono sempre chiesto: “chissà cosa starà pianificando, chissà cosa sta guardando?” ,mentre lui è lì che guarda il vuoto A volte gli capita di fissare la televisione, ma quando entro in salotto la trovo spenta e lui lì che la guarda. Penso che questo sia un suo modo di fantasticare sulle cose, perché conoscendo bene mio padre, ha sempre progettazioni per il futuro. Ma non pensa solo a se stesso, a volte pensa alla mia vita, ogni tanto mi chiede perchè non continuo l'università per poi dopo fare l'ingegnere e mi inizia a pianificare la vita, e io, intimidito, scuoto sempre la testa.

Io penso che pensare sia una cosa fantastica, perché è come sognare ma da sveglio, in più ti stacchi dalla vita reale e fai cose nella mente che nessuno saprà mai.

Viaggiare

Secondo me una delle esperienze più belle da fare, almeno una volta nella vita, è quella di viaggiare. Ci sono tanti motivi per cui una persona viaggia; per esempio ci sono persone che viaggiano per lavoro, altre che invece migrano da un paese all’altro in cerca di una vita migliore e infine ci sono persone che viaggiano per il puro piacere di conoscere nuovi posti.

Diciamo che viaggiare può anche essere vista come una specie di poesia: una persona parte con un bagaglio vuoto di esperienze e conoscenze, per poi tornare con un bagaglio pieno di nuove sensazioni, nuovi pensieri e una maggior cultura.

Mi ricordo ancora il mio primo viaggio all’estero, in vacanza, passato con i miei genitori in Tunisia, ero molto piccolo, infatti ne conservo ancora vaghi ricordi, alcune foto e video che mi fanno desiderare di ritornarci presto, magari con i miei amici.

Ovviamente,diventato un po’ più grande, io e la mia famiglia abbiamo ripreso a viaggiare e a visitare alcune tra le più importanti città Italiane ed estere: Roma, Milano, Venezia, Bari, ma soprattutto Barcellona, il primo viaggio da solo, il più bello e ricco di emozioni: La Movida, i monumenti, le strade, Barcelloneta. Un viaggio di 4 giorni soltanto, ma per me rimarranno i quattro giorni più indimenticabili della mia vita.

Passato

Che cos’è il passato?Il passato è un ricordo, è l’impronta di un avvenimento o di un’esperienza accaduta che viene conservata nelle nostre menti per poi essere rievocata e ricordata in un qualsiasi momento a seconda della situazione. La rievocazione del ricordo di un fatto, di una persona, di un luogo può scattare da un odore, un viso familiare o addirittura una canzone.

Si dice che iniziamo ad avere memoria dall’età di 3 anni, anche se è difficile ricordare esperienze dell’infanzia se non quelle negative e traumatiche. Io personalmente non conservo molti ricordi della mia infanzia, ma ne ho compreso l’importanza e voglio ricordare in questi momenti della mia vita più cose possibili per poi, un giorno lontano, ricordarmi da anziano, le mie esperienze passate. Spesso mi capita di essere in giro e rievocare ricordi in base agli odori o ai posti, è molto facile collegare uno di questi ad un ricordo, ad esempio la prima volta che i miei amici mi fecero bere dell’alcol feci molta amicizia con della persone che non conoscevo, e questo mi rendeva felice al momento della rievocazione del ricordo, perché data la mia personalità e il mio carattere non sono abituato a parlare con persone che non conosco.

Ma tornando al discorso di prima, ritengo che i ricordi siano una parte assolutamente fondamentale per la vita della nostra mente, ed una volta raggiunta l’anzianità mi piacerebbe ricordare tutte le cose che ho fatto in questi anni o in quelli passati o futuri, come i diversi pomeriggi della domenica passati bevendo il tè caldo sulla mia scrivania con mia madre che stira mente guarda domenica cinque con Barbara D’Urso, oppure quando non andrò più a scuola e ricorderò della felicità del mio cane al mio ritorno a casa.

Montagna

Già sentire il termine evoca in me pace e tranquillità , ma non quella tranquilla che provi durante un giorno qualsiasi, in determinati momenti, ma quella vera che ti fa staccare la spina, una sensazione che durante la vita scolastica difficilmente riesco ad avvertire, poiché è tutto un susseguirsi di impegni che ti fanno rimanere sempre collegato e in tensione.

Si, nel caso non si fosse capito io faccio parte di quella parte di popolazione che preferisce la montagna al mare. Amo i suoi paesaggi e amo tutto ciò che si collega ad essa, passando dalle attività che si possono fare, al cibo, anche solo allo stile di vita o addirittura allo stile di architettura delle case.

Io in montagna mi sento libero, mentre scio mi sento libero, mentre mi fermo per un attimo a guardare le dolomiti innevate mi sento libero e questa libertà, questa spensieratezza non riesco a trovarla in nessun altro luogo o ambiente. Credo che queste emozioni che provo scaturiscano dalla bellezza della natura, da ciò che è in grado di creare e dalla percezione che ha la mia mente di essa.

Non voglio essere frainteso, penso che anche al mare ci siamo posti e paesaggi stupendi ma per me non saranno mai allo stesso livello. Io so che è la montagna trasforma il mio umore e mi fa provare forti emozioni che nessun altro posto riesce a darmi.

Grazie

Il lavoro nasce dalla lettura in classe del libro di Saverio Tommasi “ In fondo basta una parola” ( Ed. Feltrinelli) e da tutti i flussi di ricordi, racconti di vissuti che spontaneamente hanno accompagnato queste letture.

Questo grazie è per i ragazzi che sono stati capaci di mettere per un momento da parte le loro corazze, svelando, con sensibilità e delicatezza, le loro emozioni, i loro valori, i loro punti di riferimento, i loro vissuti e le loro insicurezze.
Ricordatevi sempre di guardarvi dentro per guardare avanti, a testa alta ma non per sfidare, solamente per vedere più chiaramente i vostri obiettivi!

Credits:

Creato con immagini di eunseong0331 - "people fun friends" • Andy03 - "soccer football sport" • ds_30 - "page pad planning" • igorovsyannykov - "album antique arrangement" • jplenio - "road nevada clouds" • Firmbee - "samsung phone music" • Ri_Ya - "sheet music red rose red flower" • geralt - "path feet shoes" • wilhei - "puzzle fits match" • congerdesign - "hand heart draw" • sasint - "sunset men silhouettes" • Pexels - "man grass lying" • DariuszSankowski - "notepad glasses travel" • skalekar1992 - "people man adult" • danfador - "mountains sun clouds" • Alexas_Fotos - "thank you feedback letters"