VIRGILIO La divina commedia
'Per me si va nella città dolente, per me si va nell'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: facemi la divina potestate, la somma sapienza e l' primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. "Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate". Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d'una porta; per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro". Ed elli a me, come persona accorta: "Qui si convien lasciare ogni sospetto, ogni viltà convien che qui sia morta".
'Per me si va nella città dolente, per me si va nell'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: facemi la divina potestate, la somma sapienza e l' primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. "Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate". Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d'una porta; per ch'io: "Maestro, il senso lor m'è duro". Ed elli a me, come persona accorta: "Qui si convien lasciare ogni sospetto, ogni viltà convien che qui sia morta".
Virgilio è la guida di Dante all'Inferno e nel Purgatorio. È vissuto in epoca romana, ha assistito allo scontro tra di Cesare e Pompeo e anche al suo assassinio. Virgilio è un poeta e scrisse l'Eneide, ma non la completò mai, ma anche da incompleta viene considerata una delle opere più belle.
Nacque a Mantova, il quindici ottobre del 70 a.C. e ricevette un'educazione accurata. Studiò alla scuola di grammatica di Cremona, alla scuola di filosofia a Napoli e alla scuola retorica di Roma. Nella capitale seguì anche dei corsi per diventare avvocato, ma il suo carattere gli impedì di diventarlo: era timido, riservato. Così decise di cambiare città e si trasferì a Napoli.
A Napoli iniziò a scrivere poemi e ebbe successo. Venne messo in contatto con Mecenate ed entrò a far parte del suo circolo, che accoglieva anche altri poeti. Grazie a Mecenate conobbe Augusto e aderì a un progetto che diffondeva pace e moralità. Dopo si dedicò all'Eneide, ma morì prima di poterla completare. Dei suoi amici, però, la portarono all'imperatore ed egli la apprezzò. Così fu diffusa e diventò famosa.

Virgilio è la guida di Dante, lo accompagna solo nell'Inferno e nel Purgatorio, gli spiega ogni cosa che vedono. Prima di entrare nell'Inferno, Dante lo incontra.
'Quando vidi costui nel gran deserto, "Miserere di me" gridai a lui, "Qual che tu sii, od ombra od omo certo!" '
Quando entrano all'Inferno, Dante è preoccupato, ma Virgilio lo rassicura. 'Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate'. Una volta dentro, il paesaggio è desolato, c'è fuoco dappertutto, le condanne inflitte sono tremende. Chi è costretto a bruciare per sempre fra le fiamme, chi trasformato in albero e ogni volta che una foglia o un rametto viene strappato, esce sangue. Addirittura dei papi sono all'Inferno e subiscono pene altrettanto dolorose.

Dante ammira molto Virgilio, secondo lui ha intravisto la verità del cristianesimo e l'ha scritta sotto forma di poesia. Fra di loro, nasce un rapporto padre-figlio e Dante è disperato, quando arriva l'ora di visitare il paradiso, poiché Virgilio se n'è andato.