MUSEO DELLA MONTAGNA E DEL CONTRABBANDO via Prati, frazione Staffa

Apertura: - luglio dalle 15:30 alle 18:30 - agosto dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30

Il Museo, inaugurato nel 1971, è di proprietà del Comune ed è gestito dalla Pro Loco. Occupa un caratteristico edifico in legno del 1786, ubicato 50 m. a nord della piazza centrale di Staffa. Accanto all’ingresso campeggia il ritratto del pittore Carlo Bossone, opera dello scultore Gianni Radice.

Saletta con una trentina di stampe d’epoca raffigurati Macugnaga e il Rosa, donate al museo da Luigi Lazzaroni: interessante panoramica storica, con le immagini di grande valore documentaristico, realizzate dai precursori di varie provenienze europee. Lo stesso locale contiene anche delle vecchie foto di Macugnaga, una documentazione iconografica sul contrabbando, le riproduzioni di alcune antiche pergamene e il “Sommarione” del catasto settecentesco di Maria Teresa d’Austria e di quello ottocentesco del Rabbini.

Sala con 18 tavole del pittore e caricaturista lombardo Aldo Mazza (1880-1964). La sequenza, intitolata “Quota Pecetto”, ironica e divertente, prende simpaticamente di mira un alpinista che negli anni Trenta del ‘900 parte baldanzoso per un’ascensione sulla parete est del Monte Rosa raggiungendo però soltanto Pecetto, l’ultima frazione di Macugnaga. Le didascalie delle tavole sono di Arturo Toscanini.

Salendo al secondo piano si trova anzitutto la riproduzione della preziosa pergamena dell’anno 999, nella quale per la prima volta appare il nome di Macugnaga e il termine “alpe” inteso come alpeggio. Seguono alcuni esemplari imbalsamati delle fauna alpina e gli attrezzi d’epoca utilizzati dagli alpinisti e dagli sciatori. Inoltre è esposta una rassegna delle medaglie dello scultore Gianni Radice, coniate in occasione del millenario di Macugnaga, festeggiato nel 1999.

La prima delle sale interne è dedicata agli alpinisti e alle guide locali, in particolare a Mattia Zurbriggen, autore, fra l’Ottocento e il Novecento, di numerose imprese in tutti i continenti, fra cui la prima salita dell’Aconcagua, compiuta in solitaria nel 1897. Della spedizione ha fatto parte anche Nicola Lanti, un portatore di Macugnaga.

In un’altra vetrina sono esposte le riproduzioni dei costumi walser, confezionati da Anna Maria Torretta.

Fra i reperti di maggiore interesse ci sono le scarpe di Maurice Herzog, che nel 1950 raggiunse la vetta dell’Annapurna, il primo ottomila salito dall’uomo.

La sala attigua (dove c’è un fornetto del 1738) è interamente dedicata al contrabbando di montagna fra Macugnaga e la valle di Saas Fee, molto praticato in passato attraverso i sentieri di alta quota, che ha visto contrapposti gli “spalloni” ai finanzieri italiani e ai doganieri svizzeri, le cui divise sono state donate dai rispettivi Corpi d’armi. Si tratta della prima raccolta, realizzata in Italia su questo tema, e comprende documenti, fotografie, oggetti e generi merceologici che venivano utilizzati.

Ovviamente la documentazione non è l’apologia del reato di contrabbando, ma intende conservare doverosamente la memoria di un’attività che era finalizzata alla sopravvivenza della gente di montagna, soprattutto nei periodi di crisi e negli anni delle guerre. Pagine di una storia durata quattro secoli che non va dimenticata.

Durante l’ultima guerra i contrabbandieri divennero “passatori” accompagnando ebrei, prigionieri alleati e perseguitati politici verso la frontiera svizzera della speranza e della libertà. (Testo di Teresio Valsesia, giornalista e scrittore)

Vi aspettiamo!

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