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Volontari in memoria di giacomo vidiri

Francesca d'Amato

L'associazione Giacomo Vidiri (Agv) nasce in memoria di Giacomo, morto in un incidente stradale a 16 anni, nel giugno del 2014. La sede si erge sulle colline di Monte Mario ed è stata inaugurata nel 2018 dalla famiglia Vidiri. È un'associazione di volontariato senza scopo di lucro. La villa, ex casa di un boss della Banda della Magliana, è incorniciata da alberi altissimi, ha una bella vista sul panorama romano, a due passi dalla terrazza panoramica dello Zodiaco. Spiccano le mura colorate di un giallo forte e acceso come il sole. I volontari sono una decina, si riuniscono una volta al mese per le riunioni, e ogni due settimane svolgono distribuzioni alimentari alle famiglie bisognose e ai senzatetto. Cecilia Selvaggi e Riccardo Vecchione sono volontari della comunità di Sant'Egidio e collaborano con l'associazione. Cecilia distribuisce alle famiglie bisognose, Riccardo ai senzatetto. Il cibo proviene principalmente dai mercati, dalle suore, o dai membri di entrambe le associazioni che cucinano appositamente.

Una riunione dell'associazione Vidiri.

L'associazione e Sant'Egidio collaborano nella distribuzione alimentare alle famiglie bisognose del Quarticciolo, quartiere alla periferia di Roma. Le famiglie a cui sono destinate i pacchi sono composte da adulti e bambini della comunità di Sant'Egidio. Si distribuiscono 18 pacchi per 18 famiglie ogni giovedì: pasta, pane, biscotti, carne. A ricevere i beni ci sono anche Nausica e Mariana, la prima ha 33 anni e vive nella struttura di Sant'Egidio da 9 anni, da quando è nato suo figlio Dario. La seconda ha 43 anni, ha tre figli ed è a Sant'Egidio da tre anni. «Sto benissimo, veniamo aiutati da Francesca, Cecilia, Dodo. Sto con la mia famiglia e stiamo bene, sono diventati la mia famiglia» ci riferisce Nausica. «Sono nata a Casagna, sono andata in Germania, Belgio.. Ma è l'Italia che mi piace tantissimo». Mariana è a Roma da 21 anni, viene dalla Nigeria e l'Italia piace anche alle sue figlie. I volontari di Sant'Egidio si occupano anche di favorire l'integrazione delle famiglie nella società: «noi non abbiamo studiato tutto e abbiamo imparato tutto quello che c'è da sapere grazie alla comunità» afferma Nausica. Ci sono bambini nigeriani, rom, italiani. Per Dario uno dei regali più belli che ha ricevuto sono i guanti da box che gli ha portato "Babbo Natale". «Voglio bene ai volontari perché sono i miei fratelli grandi, li conosco da quando sono piccolo e sono felice che vengono qui per aiutarci» ci dice Dario. Cecilia è volontaria, collabora con Sant'Egidio da 7 anni e con l'Agv dal 2020. «Per i bambini del Quarticciolo avere un appoggio è fondamentale, in modo tale da non finire in vie poco raccomandabili. Noi siamo presenti adesso per loro, ma lo saremo anche quando saranno grandi. Per evitare che si perdano».

I pacchi sono pronti per essere distribuiti alle famiglie bisognose del Quarticciolo.

L'associazione Vidiri assiste anche i senzatetto, in collaborazione con Sant'Egidio. A occuparsene è Riccardo Vecchione, volontario da 2 anni e mezzo. Molti dei volontari si ritrovano a cucinare i pasti tutti insieme per i senzatetto, circa 60 alla settimana. La distribuzione parte da Primavalle e arriva a San Pietro, poi un gruppo si divide alla stazione dell'ospedale Gemelli. «La maggior parte ha un'età avanzata, sono italiani e stranieri: è un mondo estremamente vario. Una volta abbiamo trovato addirittura due ragazzi più piccoli di me,18 anni» dice Riccardo. Molti di loro non credono nemmeno all'esistenza della pandemia di Covid 19. Riccardo Vecchione si interroga sul rapporto con le persone a cui presta assistenza «Alle volte c'è solo un donare e non un voler stare veramente vicino a un senzatetto per conoscerlo ed esserci amico. Alcuni arrivano anche a giudicarli colpevoli della propria condizione, ma chiunque potrebbe finire in una situazione del genere».

Ascolta il podcast "La storia di Fausi"

A Piazza San Pietro tra i beneficiari della distribuzione c'è Fausi, ha 50 anni e viene da Tunisi, ed è indigente da 10 anni. La sera va a coricarsi in un posto vicino nel quale trova anche i suoi gattini, che per lui sono come dei figli. Parlando dei gatti, sembra quasi che Fausi voglia fare un paragone tra loro e chi vive nella sua condizione. «L'essere umano è egocentrico e ignora gli esseri che sono attorno a lui. Esseri che magari sono più intelligenti di lui, più capaci di lui» sostiene Fausi. «Certi hanno un approccio diverso rispetto a certi animali, meccanico. Io mi sono fatto avanti per salvare questa comunità dei gatti dalla morte. Dando tutto me stesso e la mia forza. Tu togli il boccone dalla tua bocca e lo dai agli altri».

I volontari preparano i pasti per la distribuzione ai senza dimora.

La Vidiri è una delle poche associazioni di Roma composte da giovani. «L'Agv esiste per dare una seconda occasione a lui, di rivivere nelle cose che facciamo e per i ragazzi della sua età» spiega Matteo Vidiri, il presidente dell'associazione e fratello di Giacomo. «Credo che questo sia un modo per incontrare mio fratello, ancora una volta. Oltre che essere un modo bellissimo di moltiplicare Giacomo, in tantissime altre persone». Come racconta Matteo Vidiri, l'obiettivo è responsabilizzare gli adolescenti. L'associazione Vidiri parla ai ragazzi nella loro “lingua”, senza giudicarli, spronandoli a divertirsi ma in modo responsabile. «L'incidente di mio fratello è avvenuto per colpa dell'alcool. Molto spesso i giovani hanno mancanza di consapevolezza sui rischi dell'adolescenza, e mancanza di direzione. Il volontariato è lo strumento migliore per fornirla».

I pacchi per i senzatetto sono pronti per essere distribuiti.

Giacomo Vidiri era appassionato di musica, e il simbolo dell'associazione è proprio una batteria. «La musica è importante perché è un gancio per portare i ragazzi nel volontariato, è un linguaggio universale» sostiene Gianluca Fraddosio, volontario dell'associazione. All'interno è presente anche una stanza della musica di cui si può usufruire gratuitamente. Prima che l'associazione nascesse, sono stati tantissimi i concerti organizzati in onore di Giacomo, a piazza Mancini. Sono proprio le note di uno spartito musicale dipinte su una parete a guidarci all'interno dell'associazione, e a ogni nota corrisponde una delle persone che hanno collaborato.

Tra le attività principali dell'Agv ci sono anche la pulizia dei parchi e delle spiagge, il Taxi Agv, concerti e mostre di fotografia. Il servizio di taxi consiste nell'andare a prendere i ragazzi fuori dalle discoteche e portarli a casa, facendoli divertire in sicurezza. Taxi Agv è nato proprio a seguito dell'incidente di Giacomo.

Per quanto riguarda la pulizia dei parchi e delle spiagge, «a collaborare con noi è stata la Free water H20 (associazione sportiva in difesa dell'ambiente), con loro abbiamo pulito le spiagge di Santa Marinella e Santa Severa, due cittadine del litorale laziale» ci riferisce Guido Gasbarri, il responsabile dell'attività. A venire coinvolti come volontari sono stati anche i ragazzi del Liceo Farnesina di Roma. «Li accalappiavamo il sabato mattina dicendogli "Venite a ripulire i parchi, anziché fare avanti e indietro a Via del Corso"!» afferma Guido Gasbarri. Il liceo ha un rapporto speciale con l'Agv: era frequentato da Giacomo. Tra le iniziative promosse insieme al liceo c'è un premio letterario: chi scrive il tema migliore vince mille euro per pagarsi il primo anno di università. Il denaro è messo a disposizione dalla famiglia Vidiri.

Matteo Vidiri, presidente dell'associazione e fratello di Giacomo.

«Cerchiamo di coinvolgere più liceali possibili, perché è a quell'età che bisogna sensibilizzarli» afferma Flaminia Bonetti, una delle volontarie dell'associazione. Fare volontariato non è però sempre facile: alle volte ci si può vergognare di chiedere e ricevere aiuto. A saperlo bene è don Raimondo, che proviene dalla parrocchia di Santa Chiara e ha aiutato spesso l'Agv. Ha 30 anni e collabora con l'associazione dal 2018. «L'obiettivo del volontariato è soprattutto ridare dignità. La beneficenza la fanno tutti, la carità la fanno in pochi. Non bisogna farli sentire in una situazione di svantaggio, ma come delle persone con le quali stiamo semplicemente condividendo delle difficoltà» spiega don Raimondo. «La fede può incidere tanto. Perché i poveri spesso ti trattano e ti rispondono male. Quindi a lungo andare arriverai di fronte alla domanda “ma chi me lo fa fare?” e nel caso di un cristiano è la fede» afferma don Raimondo. «Molto spesso sono persone con dei deficit mentali oppure vengono maltrattati, per questo si comportano male. Come un cane che ha la spina in una zampa, quando ti avvicini mica scodinzola, ti morde. Non lo fa perché è cattivo ma perché è ferito».

Per far conoscere l'associazione i social sono fondamentali e lo sono stati anche durante la pandemia. «Abbiamo lanciato l'hashtag spesasospesa e abbiamo potuto aiutare le famiglie in difficoltà. In tempo di Covid è stato possibile solo grazie ai social» afferma Enrico Pagano, social media manager. «Con i social vogliamo far capire l'importanza di stare in comunità e che da soli si fa ben poco». Silvia, volontaria di Nonna Roma, associazione che collabora spesso con l'Agv, afferma: «È bello vedere dei giovani che fanno volontariato, la vera forza sono loro. Il malcostume della società vuole però zittirli, invece deve esserci un rapporto paritario».