Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l’umile gregge dei tuoi fedeli giunga dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore.
DAL VANGELO SECONDO Giovanni (10,1-10)
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».
Ci è difficile immaginare oggi chi stia dentro o fuori il recinto, perché gli steccati non sono più così precisi e sicuri. Nonostante i muri di pietra o i tanti muri di parole, si può uscire o entrare nel recinto con grande facilità. Scoprendo che non solo ci è difficile capire dove stiano gli altri, ma anche dove stiamo noi.
Il Risorto supera tutte queste nostre distinzioni, e diventa lui stesso porta e recinto.
Diventa porta, passaggio, soglia d’ingresso. Una porta aperta, anzi, spalancata, da quanto racconta lui stesso. Addirittura una porta che si mette in attesa degli arrivi, che cerca persino chi crede di non poterci entrare, in quel recinto. Una porta grande quanto un gesto d’amore, che nella sua autenticità non potrà mai avere né limiti e né vincoli. Una porta necessaria per comprendere il senso del passaggio. E per riconoscere il Pastore che trasforma persino se stesso in recinto, mai selettivo perché senza confini. Un atto d’amore che supera tutti i limiti umani, gli steccati e i muri, che si sgretolano in nome della nostra partecipazione alla sequela del Risorto.
«Perché abbiano la vita, e in abbondanza». Queste parole diventano il senso e il motivo del nostro appartenere a una Chiesa, e il senso e il motivo per cui ognuno è pienamente Chiesa, la costituisce, indipendentemente dalla classe sociale, dall’etnia e dalla sua storia.
Dividere, separare, classificare, è opera del demonio, che si abbevera delle distinzioni e che gode nel distinguere semplicemente per distruggere.
Vivere la vita alla luce dei tratti del Risorto, e viverla in modo pieno, pur con tutte le difficoltà e le fragilità umane, costituirà lo spazio nuovo in cui esistere e in cui si diventa tutti, per dirla alla Francesco d’Assisi, pecorelle del Signore.
PREGHIERA
Signore Gesù,
voce che chiama per nome,
come nel Cantico,
voce del mio Diletto…
Ma anche porta aperta,
non muro, non recinto spinato
ma soglia sempre spalancata.
E Pastore
che sempre cammini davanti
verso nuovi sentieri
verso un passaggio dischiuso,
una porta non più sbarrata,
verso una sovrabbondante
pienezza di vita.
Amen.
Strumenti per approfondire:
IN ASCOLTO DELLA PAROLA: Riflessione a cura di padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa. A corredo della rubrica “le formichine” di Fabio Vettori, inedite ma, certamente apprezzate, interpreti della Parola, di domenica in domenica.
Photos by: www.unsplash.com e Vita Trentina
Credits:
Creato con immagini di Elena Schweitzer - "Open blue door" • ihorvsn - "Two Caucasian males shepherds riding down fock of sheep over fence and gate in grassland. Summer day. Outside. Men farmers with herd of lambs in countryside farm. Animals farming." • kellyvandellen - "Sun Rays in Foggy Field and Split Rail Fence" • releon8211 - "open door light"