L’acqua
Claus era un uomo vedovo ed erede di una smisurata ricchezza. Sua moglie era scomparsa durante una festa, dove scappò via senza lasciare tracce. Claus ogni notte sognava sua moglie affogare nel lago in una foresta, e cominciò così ad impazzire. Un giorno verso sera andò in un bosco, convinto che sua moglie si trovasse lì e mentre camminava tra le foglie, sentì nella sua testa che la moglie era vicina. Claus si mise a correre finché ad un certo punto trovo il lago; mentre l’uomo si specchiava nell’acqua, vide il cadavere della moglie. Avvolto da un’enorme tristezza Claus affogò nell’acqua.
K.B.
Un fico gonfiava, le capre osservavano lontano, tra gli alberi sbucavano i funghi
Una notte un fico color verde chiaro gonfiava e risplendeva come una stella nel cielo. Le capre osservavano lontano qualcosa di rosso che al chiaro di luna sembrava blu scuro ed era qualcosa che aveva un cappello, ma assomigliava a dei maiali con dei cappucci (oppure anche maiali monaci). Quando si iniziò a vedere qualcosa tra gli alberi, si vide che sbucavano i funghi.
A.B.
Julian è un avventuriero che vaga per il mondo alla ricerca del fungo della verità. Al suo fianco c'è Liam, un gigante di quattro metri che pesa cinquecento chili; insieme vivono tante esilaranti avventure, come quella volta in Spagna, quando incontrarono Miguel, il famoso mercante di funghi speciali...
- Señor! Ridesse, tintinnante portatore di funghi! Sto cercando il fungo della verità e son disposto a pagarlo molti soldi! -
Il mercante accennò un sorriso e tirò fuori una scatolina... Il fungo era lì dentro!
- Liam, prepara le monete!-
disse Julian, ma il maldestro gigante si appoggiò ad un albero e tutto il polline gli finì nel naso... Fece uno starnuto talmente grande da far volare via Miguel e la scatolina! Da quel giorno nessuno ne seppe più nulla e il tintinnante portatore di funghi rimase una leggenda.
J.B.
Brillava sotto le luci dei riflettori il suo tutù color dell’aurora, mentre Sole, una ballerina dai capelli dorati e il corpo esile, volteggiava sul palco come una farfalla libera nel cielo, leggera e soave sulle punte dei piedi. Gli sguardi parevano colore, quelli del pubblico che spiccavano nel buio della platea, sapeva benissimo che questo sarebbe stato il suo ultimo spettacolo in quel luogo. Quella di trasferirsi in un’altra città per inseguire il suo sogno era stata una decisione difficile per Sole. Le sarebbe mancato tutto: l’affetto delle compagne con cui passava svariate ore a lezione, le ore più belle della sua vita; la maestra Romina, dalla carnagione candida e i capelli colore rame sempre raccolti in uno chignon e Federica, solare, gentile, di una grande calma e tranquillità; le sarebbe mancata persino quella piccola sala con il parquet rovinato su cui aveva mosso i suoi primi passi di danza e il maestro Flavio, che accompagnava tutti i movimenti con le note del pianoforte bianco, posto in un angolo. Sole aveva vinto l’audizione per il teatro più importante di Milano. Quel giorno le sue maestre l’avevano accompagnata fino alla porta dell'accademia dove si sarebbe tenuta la prova e, dopo essersi riscaldata e aver ripassato la coreografia, la ballerina si sentì chiamare: numero 225, Sole. A quel punto la danzatrice si esibì come mai si sarebbe aspettata di fare: danzò perfettamente. I suoi movimenti sembravano le onde del mare, morbide, calme e fluide. Dopo qualche tempo, arrivò finalmente la tanto attesa lettera che diceva che Sole sarebbe potuta entrare a far parte del corpo di ballo della Scala di Milano. Adesso che si trovava su quel palco per l’ultima volta, i suoi occhi si riempivano di lacrime di gioia mentre salutava il pubblico con un inchino regale, il sipario si chiudeva e…gli sguardi parevano colore.
A.B.
Le foglie di quest’albero osservavano i funghi sull’orlo dello stagno…
…nel frattempo c’erano due maiali a godersi la scena mentre si mungevano le orecchie a vicenda. Il giorno dopo, le orecchie dei maiali si erano allungate di due metri, quanto alle foglie, sono state potate da un contadino scemo che le mangiò insieme a un po’ d’aria fritta, l’albero ormai depilato, o meglio, defogliato come un barboncino appena uscito da una tosatura, era molto offeso e denunciò il contadino ai carabinieri delle foglie, che gli fecero 100.000 € di multa. I funghi invece vennero assunti dai maiali come massaggiatori di orecchie sottopagati. Così, soffrirono tutti tristi e maltrattati, a parte i maiali che erano diventati vip e si godevano la vita alle Hawaii.
E.B.
Nella notte, in un prato da solo chiuso in me
Nella notte, in un prato c’era una ragazza, con capelli biondi, lunghi, lisci e occhi blu. Era una ragazza molto timida, sempre da sola, chiusa in sé stessa e che mai parlava. La ragazza, derisa da tutti, un giorno decise di sparire. E un mese dopo venne ritrovata in un bosco.
E.C.
Il vento sollevava con fracasso la metà del mantello. Era una notte buia e tempestosa, i fulmini abbattevano gli alberi, le strade sembravano dei fiumi, sul marciapiede brandelli di un mantello rosso. I bambini abbracciavano le loro mamme per la paura. Solo un bambino in una casa scura e grigia non si spaventò; sulla finestra della sua casa, c’erano attaccati diversi disegni, sui quali c’erano scritte diverse frasi: “non ho nulla da perdere”, “sono solo adesso”… Vicino all’ultima frase citata, c’era un disegno di un bambino che indossava un mantello rosso, e accanto a lui una dolce signora. Quando guardai quel quadro, pensai che la signora fosse la madre … poi ricollegai il mantello a terra, che veniva bagnato dall’interminabile tempesta, con il disegno del bambino. Immaginai che al bambino volò l’unico dono regalato dalla madre, ormai morta. Questa però è solo un’ipotesi.
L.C.
La magia della notte
La luna illuminò la finestra e una parte della stanza di una triste principessa che dormiva nel suo letto. La luce la svegliò e alla vista di questa magia si affacciò, volgendo lo sguardo al lago sotto la sua finestra, vide la notte che guardava nell’acqua trasparente l’ala del castello a cui apparteneva la sua stanza. E si accorse che la luna le sorrideva!
A.D.
Il visconte guardava i funghi buoni buttati sui maiali velenosi.
Il 30 febbraio del settordicimilacinquecentonovantadue un virus velenoso uscì dal sottosuolo e contagiò tutti i maiali di Atlanta facendoli diventare portatori di veleno. Il trentadue marzo un visconte, nato a New York e che fece fortuna a Los Angeles, vinse una crociera in giro per il mondo; andò ad Atene, a Roma, a Madrid, a Lisbona, a Londra e ad Atlanta. Il giorno ad Atlanta il visconte, insieme ai suoi servi, andò a raccogliere funghi in un bosco. Ad un certo punto un servo urlò e lanciò i funghi contro un cespuglio. Dietro il cespuglio c’erano i maiali che infettarono il visconte e i servi, tutti tornarono a casa senza saperlo, infettarono gli altri e così iniziò l’apocalisse americana.
C.D.
Quella notte, tra le foglie del bosco, videro solo un ombrello, quest’ultimo apparteneva ad una ragazza. Ella era sempre molto felice e socievole, era disponibile per tutti e, quando qualcuno aveva bisogno di aiuto, lei c’era sempre. Ad un certo punto ella nota che non riesce più a prestare attenzione, era confusa, nella sua testa si mischiano tantissimi pensieri orribili. La ragazza si sentiva stanca e non riusciva più a fare nulla. Quando si guardava allo specchio non riusciva a riconoscersi, pensava di essere meno di tutti gli altri. Si sentiva inutile, non poteva fare nulla, aveva perso le speranze, ormai per lei la sua vita non aveva più un senso. La ragazza cominciò a vivere come se fosse un fantasma, non parlava con nessuno, non guardava nessuno. Nessuno l'aiutò, nessuno pensò a lei. Lei che era sempre presente per tutti, lei che era sempre comprensiva nei confronti degli altri, lei che era sempre affidabile. Nessuno la ricambiò per tutto quello che faceva.
S.L.
La si guardava e forse la metà delle virtù si rizzarono con uno strano disegno con gli orecchini d'oro splendenti. Da lì cominciò la discussione della donna meravigliosa con la metà delle virtù. Le virtù cominciarono a fargli dei capolavori immaginabili, così la donna capì che non erano degli strani disegni con gli orecchini d'oro, ma delle arti meravigliose.
F.L.
Ella guardava la notte che sembrava mostrarsi o rispondere. Era un paesaggio surreale, la notte era silenziosa e lucente, ed ella si affacciava alla finestra per ammirarla. La notte era sola senza alcuna nuvola a farle compagnia. Più ella la guardava, più la notte prendeva un posto nei suoi pensieri facendole capire che era un luogo sicuro. Così, quando ella era triste e sola, correva ad ammirare la bellezza della notte e guardandola, trovava serenità.
S.M.
Notte sparita, i servi videro mezzo albero, un melone velenoso e uno stagno tagliato dall’aurora. I tre iniziarono a correre, perché qualche ora prima un loro caro amico li avvisò che re Osvaldo VI li voleva catturare, e per questo motivo aveva sguinzagliato i suoi servi. I tre si ritrovarono in un bosco circondato da tanti alberi, che di notte facevano molta paura, avevano dei volti spaventosi, e uno di questi iniziò a camminare verso di loro, continuando a ripetere sempre la stessa cosa: “Correte finché siete in tempo!” Mezzo albero, melone velenoso e stagno tagliato ebbero paura ed iniziarono a tremare finché un elfo non si avvicinò a loro, aprì gli occhi blu elettrico e iniziò a fissare tutti gli alberi facendoli scomparire. Tutto ciò andò però a loro sfavore, perché in quel momento iniziò a mancargli l’ossigeno. Allora l’elfo li trascinò in un tunnel, sotterraneo e lugubre, da far paura anche alla persona più coraggiosa del mondo; aveva inoltre un odore nauseante, un misto tra pesci mischiati a sardine avariate e, non ci crederete, fu proprio ciò che si ritrovarono davanti entrando nella stanza dove li condusse l’elfo. Loro furono talmente ingenui da fidarsi di lui, che alla fine si rivelò essere un nemico del re Osvaldo VI, ovvero Innocenzo III. L'elfo tirò fuori dalla sua giacca un coltello perché voleva ammazzare i tre, ma appena lo tirò fuori, intervenne subito melone velenoso, che i due scoprirono essere Osvaldo V, fratello del re... una brutta persona! Infatti mentre i servi del re stavano cercando i tre, melone velenoso lo uccise. Poi toccò ai servi, all’elfo, a mezzo albero e allo stagno tagliato dall’aurora. L’impero dovette cadere in mano al fratello del re, un pessimo re, che fece crollare il suo impero, per via della sua pigrizia.
J.M.
In un universo parallelo, totalmente diverso dal nostro, dove gli oggetti sono vivi, le persone volano e gli animali non sembrano animali, sta per arrivare una tempesta devastante, piena di lampi, che trasformerà la Terra in una sfera senza vita e colori. La popolazione è ancora ignara di quello che sta per succedere ed infatti vive una vita del tutto normale. Riccardo e Martina sono due adolescenti che oggi si trovano al mare insieme ai loro zii e alla loro cugina. La spiaggia di colore verdastro affaccia su un’isola vicina, sopra c'è un enorme castello sempre allegro e forse un poco bizzarro che sta andando a farsi un bagno in mare, visto il clima caldo. Riccardo e Martina si trovano in spiaggia mentre gli altri si fanno il bagno. Ad un certo punto inizia a piovere senza nuvole, una cosa fin troppo strana anche per quell’universo e tutti si spaventano… tutti tranne il castello che rimane con la sua solita aria serena e lo zio che pensa che presto finirà di piovere. Intanto il mare è diventato molto mosso e tutti osservano il mare che muove il castello e lo zio. Solo in quel momento lo zio ha capito la gravità della situazione. Alcune ore dopo, la vita su quella Terra non esisterà più.
N.M.
Due bambini con il padre, ma senza mamma, erano in gita seduti su un prato; a un certo punto videro un mantello volante. Osservavano il mantello vuoto come quello di un fantasma fluttuare da solo nel centro del prato. I bambini erano spaventati tra le braccia del padre, cercavano di tranquillizzarsi mentre i loro occhi si riempivano di lacrime. Il padre lasciò i due bambini e, avvicinandosi lentamente all'oggetto, scomparve nel nulla. Riapparve poi con sua moglie, che alla fine fu salvata.
S.M.
Io al chiaro di luna, mi sembrò di vedermi bambino, ma il vento l'oltrepassò facendolo scomparire. Confuso guardai il cielo notturno, ma le stelle si mossero facendomi vedere tratti della mia infanzia, spaventato mi girai e rividi il bambino che si mise a scalare. Rincorrendolo lo persi e finii in un posto oscuro. Là mi domandai se era realtà o finzione. A quel punto mi svegliai e mi chiesi se ciò avesse un significato.
P.M.
Oltrepassò il bosco del passato scomparendo nell’oscurità che cela un mistero. Lui provò in quel momento paura e solitudine, però poi vide la luce della speranza che lo avvolgeva come se fosse un telo bianco, per poi infine liberarlo dalle catene dell’oscurità e farlo tornare nel mondo reale che è la vita…
A.S.
Mantello della notte sbucando tra gli alberi mentre lui andava via... Io coperto dal mantello della notte e lui sbucando tra gli alberi andava via, lui, che mi aveva cresciuto, che mi aveva baciato ed abbracciato, andava via, chissà dove, lasciandomi morire in quel mantello. Mi sentivo solo disperso e impaurito dal fatto di aver deluso lui, la persona che amavo, ma solo a quel punto apparve un bagliore, una speranza, una forza e un amore mai sentito prima.
R.S.
Seguendo un fantasma in un bosco di pini e abeti, il visconte di Alessandromania ondeggiò l’ombrello color blasso e i maiali a lui vicini sembravano delle monache con dei tacchi neri e con il saio dello stesso colore; si scorgeva un jeans rosso con i fiori sopra. Il visconte era preoccupato per i suoi maiali, che sarebbero dovuti diventare dei bei salamini, ma a causa del fantasma che li aveva trasformati in ibridi, mezzi maiali e mezze monache adesso non li poteva dare più al macellaio. Il visconte riuscì a catturare il fantasma, che dopo qualche supplica fece tornare i maiali al loro stato normale e in cambio il visconte gli promise che avrebbero mangiato il salame prodotto dai maiali insieme, felici e contenti.
A.S.
Mi trovo in una situazione alquanto strana, le magliette sembrano di legno e i tavoli di lana. La mia famiglia mi guarda, tutto ha un effetto speciale, come quello di un umano che vede un animale. L’umano lo guarda e pensa: "che mi resta da fare?!", distrugge casa senza starci a pensare. Penso, intanto che vado a letto, a un’altra metafora che faccia effetto e con occhi umani vedo... i maiali, tipacci mezzi nudi, con un movimento a compasso, si rizzarono e, col loro sguardo, neppure Sebastiana alzò le braccia, con i dorsi disposti sul cranio raso su cui crescevano creste. Con questa frase mi accorgo del pensiero, giro per casa, è un’allucinazione, vero?
A.S.
Da solo si specchiava nell’acqua dello stagno, era l’aurora, seguendo in mezzo all’erba la figura.
Da solo stava, mentre si specchiava nell’acqua dello stagno, pensava “perché l’ha fatto?” stava uscendo fuori di testa. Triste si allontana, era l’aurora seguendo in mezzo all’erba la figura. Sotto a un albero si fermò a riflettere, gli lacrimavano molto gli occhi che si confondevano con le gocce della pioggia.
D.T.
In una notte buia c’era una foresta piena di alberi sempreverdi. Le foglie a terra ed il terreno erano umide, infatti le mie zampe erano tutte un po’ bagnate. Avevo un manto grigio con alcune sfumature di nero, degli occhi verde petrolio e delle orecchie appuntite. Sembravo un cane incrociato con un lupo, ma ero solo un lupo. Io ed i miei compagni di branco andammo nel cuore della foresta, lì regnava il silenzio, c’erano solo dei piccoli fruscii a causa del vento che dolcemente mi accarezzava il pelo. Nella notte tintinnante, riuscivo a rispondere alla luna.
E.T.
Guardando il vento portatore di maiali con braccia verso alloggi di gradini.
Liam, come tutte le sere dopo cena si corica nel letto a guardare un film. Il film che trasmettono in televisione è bizzarro e per lui noioso. Dopo qualche minuto Liam si addormenta in un sonno profondo e inizia a sognare. Si ritrova in una grande piazza piena di gente. Tutti stanno guardando il vento portatore di maiali, con braccia verso alloggi di gradini. Liam rimane stupito da tutto ciò perché non ha mai visto una cosa del genere in tutta la sua vita. Guarda anche lui con curiosità questi maiali con braccia umane che volano. Decide di seguirli fino agli alloggi. Una volta arrivato, i maiali lo aiutano a salire. Arrivato all’ultimo gradino, davanti a sé trova il vuoto. Liam cerca di tornare indietro, ma non fa in tempo, perché un maiale lo spinge giù. Liam crede di morire ma si risveglia nel suo letto.
A.Z.
Credits:
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