View Static Version
Loading

Osservatorio beni confiscati Settore Giustizia pace e nonviolenza

È un monitoraggio permanente a cura del Settore Giustizia pace e nonviolenza con lo scopo di:

  • Valorizzare le storie dei beni confiscati gestiti da AGESCI.
  • Creare una rete di supporto e condivisione tra i capi gestori.
  • Condividere e creare insieme percorsi educativi di legalità e giustizia.
Base scout Airone

Bene confiscato - Base scout Airone

Il Gruppo Scout Tartaro-Tione 1 è stato fondato nel febbraio del 2004 da alcuni capi, prevalentemente extra-associativi, residenti nei tre Comuni di Nogara, Erbè ed Isola della Scala, comprensorio di circa 22.000 abitanti in un territorio delimitato dai due fiumi Tartaro e Tione da cui il nome del Gruppo “TT1”.

La prima Comunità capi, a seguito di questa ampia dislocazione geografica ha da subito focalizzato il proprio impegno nella ricerca di una sede stabile in grado di dare visibilità e identità al Gruppo.

Infatti, dal 2004 l’attività delle varie Branche è stata dislocata nei tre Comuni utilizzando locali e strutture concessi dalle Parrocchie e dall’Amministrazione Comunale, non sempre idonei alla ricezione ed allo svolgimento delle attività.

La ricerca di questa sede ha trovato una risposta concreta nella concessione da parte del Comune di Erbè, a titolo di comodato gratuito per la durata di 30 anni, di un’area confiscata ad uno spacciatore locale di droga, in virtù della legge “La Torre-Rognoni” che stabiliva la confisca dei beni derivati da traffici illeciti.

Il fondo messo a disposizione ha una superficie di circa 18.000 mq su cui all’epoca insistevano due ruderi adibiti a stalla per i cavalli e il ristorante in fase di costruzione.

La proposta dell’Amministrazione di Erbè è stata oggetto di una approfondita ed articolata discussione da parte della Comunità capi TT1 per condividere la grande portata di questa impresa e verificare necessariamente i pareri di tutti i Capi.

L’accettazione del progetto avrebbe comportato un ’impegno organizzativo ed economico non indifferente per qualsiasi associazione ed in misura ancora più rilevante per un Gruppo neonato come il nostro.

Seppur con qualche fondata perplessità, derivante dalle difficoltà gestionali ed economiche di tale progetto, l’esito della discussione ha privilegiato gli aspetti positivi legati alla riqualificazione di un bene confiscato ed alla ricaduta educativa che questo avrebbe comportato.

Dopo aver istruito le necessarie pratiche ed aver ottenuto il benestare di tutti i livelli associativi, ivi compreso il Fondo Immobili del demanio Agesci, la Comunità capi del TT1 ha intrapreso due azioni: sviluppare un progetto organico e reperire i fondi e finanziamenti necessari per realizzare il progetto, consci che questa impresa avrebbe impegnato il Gruppo per diversi anni.

Grazie ai contributi dell’Agesci (Gruppo, Zona, Regione e Fondo Immobili) ed ai cospicui finanziamenti da parte delle Fondazioni Cariverona e S. Zeno nel 2009 si è potuto finalmente dare inizio ai lavori.

Nel frattempo, a seguito di ulteriori valutazioni della Comunità capi, il progetto iniziale di sede si è evoluto in Base regionale e Centro di aggregazione giovanile, questo per 2 motivi legati al bene: da una parte il Comune di Erbè per concedere il comodato gratuito ha giustamente preteso che il bene non fosse ad uso esclusivo dell’Agesci, bensì aperto a tutte le associazioni operanti sul territorio e secondo perché questa ampia destinazione avrebbe aperto la strada ai finanziamenti sopracitati che poi sono arrivati.

Questa evoluzione ha comportato una totale revisione del progetto con aumento considerevole dei costi di realizzazione superiore ai fondi disponibili fino a quel momento.

Il completamento del nuovo progetto avrebbe reso necessario l’accensione di un mutuo sottoscritto dai Capi in qualità di garanti.

Questa nuova situazione ha innescato tutta una serie di perplessità in tutti i Capi del Tartaro Tione, che ha portato a vivaci discussioni interne: da una parte chi sosteneva che il progetto troppo ambizioso oltre a creare rischi economici individuali avrebbe potuto distogliere i Capi dalla necessaria serenità per svolgere l’azione educativa con i ragazzi, dall’altra chi sosteneva che abbandonare il progetto a metà strada non avrebbe risolto i problemi economici, anzi li avrebbe peggiorati e che il fallimento dell’impresa significava rinunciare a quella visione che ci aveva spinti all’inizio con tanto slancio ad intraprendere questo progetto.

È d’altra parte risaputo che l’aspetto economico in qualsiasi contesto sociale ed associativo alimentano polemiche e fronti contrapposti tra sostenitori e detrattori dell’iniziativa, sia all’interno della Comunità capi che a livello associativo.

È logico pensare che il 2010 non sia stato un bellissimo anno per i motivi e le tensioni sopracitate.

Ma la nostra Associazione è ricca di valori e di spinte ideali, giusti anticorpi per superare tutte le difficoltà.

Grazie all’appoggio della Zona e del Comitato regionale abbiamo trovato la serenità per completare il progetto, attraverso l’accensione di un mutuo con Banca Etica, che ha finanziato i 95.000 euro mancanti attraverso la garanzia di un modesto diritto di superficie e sull’impegno personale sottoscritto da 11 Capi scout della Comunità Tartaro Tione 1.

È arrivata così la data del 5 giugno 2011 in cui è stata ufficialmente inaugurata la Base regionale scout di Erbè, prima base scout italiana costruita su un bene confiscato che da allora svolge interrottamente il suo servizio, ospitando attività di Formazione metodologica, Campi Bibbia, campetti di specialità, uscite di Branche, campi estivi, Campi nazionali di volontariato di Libera, attività parrocchiali, associazioni culturali e sportive.

Il passaggio da Sede del Gruppo a Base regionale e Centro di aggregazione giovanile si è rivelata una scelta strategica e vincente in quanto ha permesso al nostro Gruppo di aprirsi alle altre realtà associative del territorio (Parrocchie, Gruppi locali, etc.) e nazionali (Libera, Arci, Fiab) creando una rete di associazioni che operano sul territorio con l’intento di lasciare “il mondo un po' migliore di come l’hanno trovato”, veicolando i valori fondanti della legalità e praticando l’antimafia sociale attraverso l’uso di un bene confiscato.

Questo luogo rubato alla collettività attraverso la rovina di centinaia di giovani che, con la droga hanno gettato alle ortiche il loro futuro, ora è ritornato alla collettività per il beneficio di tutti.

La base ormai da qualche anno fa registrare una media di 2.500 pernottamenti. Dal 2103 fa parte della CBA (Comunità Basi Agesci) ed è diventata un importante punto di riferimento per il mondo associativo. Con il “gradimento” della Base sono arrivati anche gli auspicati proventi economici per pagare le rate del mutuo ed estinguere parte del capitale residuo del finanziamento. La sfida è stata vinta nel 2019 a pochi mesi dallo scoppio della pandemia il mutuo è stato estinto con sette anni di anticipo rispetto ai termini previsti.

La Comunità capi del Tartaro Tione in 19 anni di vita ha avuto come tutte le altre comunità un importante ricambio generazionale: i giovani Capi ora hanno a disposizione un bene da utilizzare ed una storia da raccontare per i ragazzi di tutte le Branche.

Non senza orgoglio possiamo affermare di aver dato un calcio alla sillaba “Im” della parola “Impossibile”.

Questa esperienza crediamo possa insegnare che non bisogna mai smettere di sognare e di progettare, di non fermarsi mai di fronte alle difficoltà e vorremmo fosse ricordata come una delle strade di coraggio che ogni giorno noi scout siamo chiamati a percorrere.

La Comunità capi del Tartaro Tione 1

EnigMALAVITA

Bene confiscato - EnigMALAVITA

La storia: Il fondo è parte della confisca Canfarotta, la più grande mai avvenuta nel Nord Italia, che nel 2009 ha portato a sottrarre alla criminalità organizzata 115 proprietà. Il progetto di riutilizzo è nato all’interno del gruppo scout Genova 13 della Zona Tre Golfi in ricordo di Stefano Matricardi, capo scout che ha stimolato i suoi ragazzi a fare la propria parte dopo una route sui beni confiscati a Casal di Principe.

EnigMALAVITA è il primo Escape Room in un bene confiscato, infatti attraverso il gioco, si vuole dare la possibilità a tutti di fruire degli immobili confiscati alla mafia, creando al loro interno un’esperienza per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza sui temi legati alla criminalità organizzata.

Genova, porto e punto di contatto di molte culture, attira anche le azioni della criminalità organizzata.

NextPrevious

Anchor link copied.

Report Abuse

If you feel that the content of this page violates the Adobe Terms of Use, you may report this content by filling out this quick form.

To report a copyright violation, please follow the DMCA section in the Terms of Use.